Radio1, cancellato il programma «Forrest». La conduttrice Marianna Aprile: «Nessun preavviso»

La giornalista ha commentato amareggiata: «Il programma andava bene, motivazioni di ascolti o di costi proprio non ne vedo»

Ancora maretta in casa Rai: dopo i molti abbandoni televisivi, fa discutere un inatteso addio radiofonico. Ovvero quello del programma Forrest, su Rai Radio 1, condotto da Luca Bottura e Marianna Aprile. La quale manifesta amarezza: «Il programma andava bene, motivazioni di ascolti o di costi proprio non ne vedo. Credo sia una legittima quanto molto opinabile scelta editoriale che lascia intravedere da un lato la volontà di presidiare anche l’ultimo spazietto che si ritiene erroneamente occupato dalla parte avversa, dall’altro una grave mancanza di rispetto per l’azienda». Aprile ha raccontato, ricostruisce il Corriere della Sera, che il mancato rinnovo della trasmissione è avvenuto senza comunicazione, né preavviso da parte del nuovo direttore Francesco Pionati.


Il lungo sfogo

E questo nonostante sia lei che il suo collega Bottura avessero chiesto insistentemente un incontro: «La fine del programma il 30 giugno era prevista e il nostro contratto scadeva, ma come gli altri anni con gli altri direttori ci aspettavamo che ci dicessero se saremmo stati riconfermati o meno – ha raccontato la giornalista -. A un certo punto, visto che non ci dicevano nulla, abbiamo chiesto un appuntamento con Pionati tramite la sua segreteria: è stato fissato per il 28 giugno e il giorno dopo è stato annullato. Avrebbero dovuto farci sapere la nuova data, ma nessuno ci ha mai più contattati, nonostante le nostre richieste formali, anche molto insistenti. Il 29, un giorno prima della fine della trasmissione, io e Luca abbiamo mandato una mail alla direzione chiedendo cosa avremmo dovuto dire agli ascoltatori, ai collaboratori, alla regista e non abbiamo mai avuto risposta. Intanto, i canali informali già dicevano che non saremmo stati riconfermati, quindi abbiamo salutato tutti». Non è rimasta loro altra scelta che quella di accettare la decisione, sembrerebbe, sebbene Aprile si sarebbe aspettata «un po’ più di eleganza e di assunzione di responsabilità»: è anche «una questione di buona educazione, invece se n’è fregato». Si apre insomma una nuova fase per la rete pubblica, ma il cambiamento secondo la giornalista sembra essere in peggio: «La Rai viene trattata senza rispetto e invece è una cosa bella. Io e Luca abbiamo tanti lavori, possiamo rimanerci male perché è un programma a cui volevamo bene, ma questo conta zero. Mi chiedo invece come debbano essersi sentiti i tecnici e i colleghi interni che si fanno in quattro e poi un direttore qualsiasi non rispetta come dovrebbe».


«La Rai è di tutti»

Il loro programma, invece, puntava a valorizzare le risorse interne: «La chiamavamo Rai pride perché c’era ogni giorno l’intenzione precisa di ospitare le varie risorse interne e i corrispondenti Rai nel mondo. Quella che è tacciata come trasmissione “dei comunisti ideologici” teneva accesa la Rai sulla Rai». Ma sempre all’insegna del pluralismo: «È legittimo che i nuovi direttori mettano mano alla linea editoriale, il problema è che il programma andava bene e noi eravamo tranquilli del nostro lavoro, avevamo invitato veramente tutti. Quelli della attuale maggioranza per un po’ ci sono venuti, poi hanno smesso, anche con motivazioni risibili». Aprile guarda alle altre scelte e si chiede se venga tenuto conto del bene dell’azienda: «Vedremo come sarà questa Rai non omologata, con questa presunta nuova narrazione. C’è stato il caso Fazio, poi Annunziata, tutti con una loro specificità. Ma cacciare uno come Insinna che a “L’Eredità” fa tutte le sere il 25%… mi chiedo se sia dadaismo, performance artistica, o una malintesa concezione del cambiamento». La Rai, conclude «è di tutti. E anche chi non la pensa come loro ha diritto a un pezzetto di Rai».

La Rai: «Epilogo naturale, nessuna chiusura forzata»

Fonti del settimo piano di Viale Mazzini, parlando con l”agenzia Ansa, hanno commentato: «In tutte le attività lavorative quando un contratto termina, o meglio arriva al suo epilogo naturale, non si può parlare di “chiusura” di “errore”. Non si può essere sempre avvocati d’ufficio raccontando mezze verità. È il caso della trasmissione Forrest su Rai Radio 1, condotta da due professionisti esterni all’azienda. Il contratto per la stagione 2023 è giunto regolarmente al termine senza chiusure forzate». Le stesse fonti hanno continuato: «Il canale radiofonico ha un nuovo direttore responsabile che, come sempre accade in tutte le testate, presenterà a fine luglio la sua linea editoriale. Ci chiediamo: ma non è per caso che questo tipo di difese soggettive vengano messe in campo per forzare e influenzare decisioni che ripetiamo sono in capo al direttore responsabile come accade ovunque?»

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