«Sono un uomo trans e mi sono iscritto a Miss Italia»: il trend provocatorio sui social che si prende beffa di Mirigliani

La patron del concorso di bellezza in questi giorni si è detta contraria a far partecipare le donne trans, così il web ha deciso di protestare (con ironia)

«Donne transgender in Miss Italia? No, questo è il mio regolamento», ha dichiarato nei giorni scorsi la patron del noto concorso di bellezza, Patrizia Mirigliani. Così la comunità transgender ha deciso di prendersi beffa delle sue dichiarazioni. In queste ore, diversi ragazzi e uomini trans hanno deciso di inviare la propria candidatura facendo leva sul nome e il genere femminili che hanno ancora sui documenti, dando il via all’hashtag #natətradizionalə. Elia, Guglielmo, Giona, Tommaso, Arono e Noah sono solo alcuni di coloro che hanno deciso di aderire, ricondividendo il messaggio di risposta del concorso. In quest’ultimo si legge: «Ti confermiamo che la tua richiesta di partecipazione al Concorso di Miss Italia è stata registrata. Verrai contattata dal referente regionale della tua regione». Di fatto hanno tutti i requisiti per partecipare: sono di nazionalità o cittadinanza italiana, hanno compiuto almeno 18 anni e sono di sesso femminile sin dalla nascita. Peccato che sono tutti ragazzi transgender, molti di loro sono anche in terapia ormonale da anni o stanno facendo il percorso giuridico per la rettifica dei documenti.


L’ideatore: «Un gesto di scherno. Mirigliani? Fuori dai tempi»

La campagna nasce da un lato per «boicottare» il concorso – come spiegano alcuni attivisti sui social – e, dall’altro, per mettere in evidenza le contraddizioni che possono nascere dal requisito del sesso femminile sin dalla nascita. L’idea è partita dall’attivista barese Federico Barbarossa, seguito poi da molti altri ragazzi trans, attivisti e content creator anche molto noti sui social. «Questa dicitura purtroppo vuole escludere le donne trans. Ma non essendo chiara (ed essendoci ovviamente totale confusione tra sesso assegnato alla nascita, identità di genere e tutta ciò che concerne la transgenerità) permette comunque agli uomini trans di potersi iscrivere», scrive su Instagram Elia Bonci, scrittore e noto attivista che da anni fa sensibilizzazione sul mondo trans. «Un gesto di scherno in segno di protesta – lo definisce Barbarossa – per dimostrare che il genere è un costrutto sociale e che la presa di posizione di Mirigliani non è in linea con i tempi».


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