La giudice della palpata breve e il caso del marito che accoltella la moglie: «Era stanco di occuparsi della casa e dei figli»

La sentenza del 2021: derubricato il tentato omicidio

La giudice Maria Bonaventura, presidente della quinta sezione penale del tribunale civile di Roma, ultimamente è finita sui giornali per la sentenza sul bidello e la studentessa e per quella del direttore “goliardico” e della presunta vittima complessata. E oggi l’edizione romana di Repubblica racconta un’altra sua sentenza. Che stavolta riguarda un marito che ha preso a coltellate alla moglie. Ma a cui la giudice non ha ritenuto di dover contestare il tentato omicidio. Perché le coltellate inferte alla moglie erano «ferite non penetranti». E «non hanno determinato alcun pericolo di vita e suturabili con due punti».


La versione di Maria Bonaventura

La giudice ieri si è difesa spiegando che non è mai uscita dalla sua sfera di competenza. E preannunciando una denuncia al Consiglio Superiore della Magistratura. Infine, la puntualizzazione: «Il mio ruolo mi conferisce autonomia e indipendenza ed è in ragione di questi princìpi che ho scritto la mia sentenza». La decisione sul marito invece risale all’ottobre 2021. L’imputato era accusato di aver sottoposto la moglie a 13 atti di vessazione fisica e psicologica. Ingiurie, minacce di morte, calci e pugni. Il 22 novembre 2019 dopo averla ripetutamente colpita con schiaffi al volto, calci e pugni l’ha colpita con due coltellate usando uno strumento da cucina. Provocandole «due ferite penetranti nella parete toracica posteriore». La discussione verteva sul ritorno della donna al paese d’origine e sulla gelosia.


La figlia che tampona il sangue della madre

Agli atti c’è anche la figlia, costretta a tamponare il sangue che usciva dal corpo della madre. Anche il pm aveva chiesto che il reato di tentato omicidio venisse derubricato. Alla fine arriva la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. La giudice si sofferma sui motivi della gelosia, sulle presunte relazioni della donna e sulle ragioni del marito «stanco di occuparsi della casa e dei figli» in assenza della moglie. Per il collegio si profila «un quadro parzialmente diverso e meno grave di quello contestato». Mentre le dichiarazioni della persona offesa sono «poco convincenti». E questo perché la vittima mesi prima delle coltellate si è allontanata dal tetto coniugale a causa di un altro uomo. Per poi far ritorno nella propria abitazione circa dieci giorni prima, chiedendo al marito di perdonarla.

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