Sapete che una dieta vegana riduce del 75% le emissioni di gas serra pro capite? E la dieta mediterranea le dimezza (senza eliminare del tutto la carne)

Limitarsi a 50 grammi al giorno tra carne e pesce – come previsto dalla dieta Mediterranea – riduce del 50% le emissioni medie di una dieta onnivora

Chi adotta una dieta vegana emette il 75% in meno di gas serra rispetto a una persona onnivora che mangia 100 grammi di carne a settimana. Questo è quello che emerge da uno nuovo studio dell’Università di Oxford, pubblicato su Nature proprio mentre gli eventi estremi dovuti al cambiamento climatico devastano Europa, America e Asia e spingono molti a chiedersi cosa può essere fatto nel concreto per migliorare la situazione. Una dieta vegana, inoltre, comporta una minore distruzione della fauna selvatica, che si riduce del 66% e impiega meno della metà dell’acqua necessaria alla produzione degli alimenti di una dieta onnivora. Da tempo gli esperti ribadiscono che ridurre il proprio consumo di carne è tra le azioni più significative che un singolo può intraprendere per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, ma mai prima d’ora gli effetti erano stai misurati su un campione reale seguendo l’intera filiera degli alimenti di oltre 55 mila persone che hanno preso parte allo studio.


«Si può ridurre senza eliminare»

In termini assoluti, il sistema alimentare globale è responsabile di un terzo delle emissioni mondiali di gas serra, dell’80% dell’inquinamento di laghi e fiumi e del 70% del consumo delle acque dolci. Lo studio evidenzia come non sia necessario azzerare completamente il proprio consumo di carne per avere un impatto significativo. Mangiare una media di 50 grammi di carne al giorno, ad esempio, è sufficiente a dimezzare le emissioni prodotte da un individuo. La ricerca quindi, sottolinea come non ci sia particolare differenza, in termini di inquinamento, tra diete pescetariane, vegetariane, e onnivore a basso consumo di carne. Per questo, gli autori ricordano che la popolazione delle nazioni più ricche deve ridurre radicalmente il proprio consumo di carne (magari con l’aiuto di carne coltivata e sostituti vegetali) per raggiungere le neutralità carbonica, che comunque può essere ottenuta solo se le istituzioni interverranno in maniera mirata.


In linea con la dieta mediterranea (ma nessuno la segue più)

Quei 50 grammi di carne al giorno sono molto vicini a circa 60 – tra carne e pesce – previsti dalla dieta mediterranea. Notoriamente un toccasana per la salute, oltre che un orgoglio dell’Italia e di molti altri Paesi affacciati sul Mare Nostrum, che però viene seguita da appena il 13% degli Italiani secondo le stime più ottimiste, e dal 5% secondo quelle più pessimiste. Nello specifico, non più di 28 grami di proteine al giorno, secondo la dieta mediterranea tradizionale, dovrebbero provenire da fonti animali, un dato che in tempi odierni si attesta intorno ai 50 grammi. Ma quindi, quanta carne mangiano gli italiani? Circa quanta ne mangiano gli onnivori presi in esame dallo studio, secondo le misurazioni al ribasso, ovvero 104 grammi al giorno. Se però si considera l’intero consumo di carne pro capite, includendo anche le parti degli animali che vengono scartate (ma che comunque hanno consumato risorse per essere prodotte), la cifra raddoppia e fa segnare i 216 grammi al giorno. Troppi, per una società che deve ridurre drasticamente le proprie emissioni.

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