Cutro, l’elicottero sopra il barcone prima del naufragio nel racconto di tre testimoni. La Guardia Costiera: «Non eravamo noi»

Si tratta di un elemento di novità nelle indagini condotte dai legali dei sopravvissuti: ora dovranno essere vagliati gli ordini di volo

Tre dei sopravvissuti alla tragedia di Cutro, quando il 26 febbraio scorso un barcone con a bordo centinaia di migranti naufragò davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, nei pressi di Crotone, hanno raccontato ai loro legali che nelle ore precedenti alla strage, quando il caicco si inabissò portando con se almeno 94 persone – le vittime accertate – un elicottero volò sopra le loro teste. Più volte. E nelle descrizioni dei tre sopravvissuti – tutti afghani, una donna, un uomo e una ragazza di 23 anni – si tratta di un elicottero bianco con la coda rossa. Secondo il riconoscimento, avvenuto attraverso le fotografie dei modelli in dotazione a diversi enti, sarebbe molto simile a quello della Guardia Costiera. La quale però smentisce questa ricostruzione: «In merito alla notizia rilanciata questa mattina da alcune testate giornalistiche, riguardante la presunta presenza in volo il 25 febbraio di un elicottero della Guardia costiera italiana, in prossimità del barcone successivamente naufragato a Cutro la mattina del 26 febbraio, si smentisce – come risulta dagli ordini di volo delle basi aeree della Guardia costiera – che ci fossero in volo elicotteri della Guardia costiera italiana, così come invece riportato dalle testimonianze citate dagli stessi quotidiani nazionali».


Il raconto dei testimoni

«L’ho visto passare sopra di noi, fare un giro e andare via», ha raccontato la donna afghana, «non avevo orologio o telefono, non so l’ora esatta. L’ho visto quando la luce del giorno era ancora lì e non era completamente buio. L’ho visto per 3-5 secondi, poi lo scafista ci ha mandato di sotto. L’ho visto molto bene, due volte da vicino, la prima che era ancora giorno, la seconda era durante la notte. Era bianco e la sua coda era rossa, c’era qualcosa come una bandiera. Guardavo la facciata bianca ma poi lo scafista ci ha mandato di sotto». Queste parole vengono pronunciate davanti alle telecamere disposte dagli avvocati torinesi Marco Bona, Enrico Calabrese e Stefano Bertone, che difendono 8 sopravvissuti e le famiglie di 47 vittime. I legali, dopo una ricognizione per ascoltare quante più testimonianze possibile, hanno sentito ripetersi il racconto dell’elicottero da tre voci distinte, e hanno così deciso di di formalizzare deposizioni con interprete giurato (in lingua persiana), riconoscimento ufficiale della fotografia e videoregistrazione delle testimonianze, come spiega il Corriere della Sera. Il materiale è andato quindi a riempire il fascicolo di istanza depositato alla Procura di Crotone per acquisire i registri di volo degli elicotteri della Guardia costiera e verificare quindi i racconti dei tre testimoni. I quali si riferiscono a due presunti sorvoli di elicottero sulla Summer Love la notte del 25 febbraio, alle 19 circa e alle 22 circa, almeno 4 ore prima del naufragio.«»


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