Mondiale femminile, la brasiliana Marta in lacrime: «Non avevo una calciatrice da ammirare, ora per le bambine siamo un modello» – Il video

La stella del calcio durante una conferenza stampa: «Abbiamo aperto le porte all’uguaglianza»

Classe 1986. Sei mondiali disputati, il primo nel 2003. 17 reti in Coppa del mondo: un record nel calcio, non solo quello femminile. La stella brasiliana Marta Vieira da Silva, conosciuta come Marta, durante la conferenza stampa pre-partita contro la Giamaica – terminata con un pareggio e l’eliminazione del Brasile ai Mondiali – si è commossa ripensando alla sua lunga carriera e ai cambiamenti (positivi) che ha visto, nel corso degli anni, in questo sport. «Quando ho iniziato a giocare nel 2003, nessuno ci conosceva. Non avevamo idoli femminili da seguire; non veniva trasmesso il calcio femminile. Come potevo immaginare di poter arrivare in Nazionale, diventare quello che sono, un punto di riferimento?», spiega in lacrime la 37enne, attaccante dell’Orlando Pride e della nazionale brasiliana, sottolineando, inoltre, come le cose siano cambiate rispetto a 20 anni fa. «Oggi le mamme ci fermano per strade e ci ringraziano per quello che siamo e che facciamo, le bambine ci ammirano. È stato un percorso – continua – lungo e pieno di ostacoli, ma adesso siamo orgogliose di quello che stiamo vivendo». Secondo Marta, tutto questo non sarebbe successo «se ci fossimo fermate ai primi ostacoli. Quindi, è una lotta che continua che non è iniziata solo con me, è iniziata con molte persone molto tempo fa, ecco perché siamo molto orgogliosi. E la gente ci chiede che la nostra generazione continui a farlo, ispirando sempre più giovani».


Ma Marta Vieira De Silva non è solo una personalità influente del calcio dove nel suo palmarès ci sono 7 campionati svedesi, 3 Supercoppe svedesi, 1 Copa do Brasil de Futebol Feminino, 2 Women’s Professional Soccer Championship, 1 UEFA Women’s Cup, 1 Copa Libertadores, 4 Campionati sudamericani di calcio femminile, 2 Giochi panamericani e 2 argenti olimpici. La giocatrice è da tempo attiva a supporto dei diritti umani e attenta alle tematiche legate al razzismo e al mondo Lgbtqia+. Sa di avere un peso specifico non indifferente nel suo settore e ne ha accettato le responsabilità. «È logico – sottolinea nel punto stampa – che io sia molto felice di vedere tutto questo perché 20 anni fa, nel 2003, nessuno conosceva Marta. È stata la mia prima Coppa, 20 anni dopo è cambiato tutto e sono un riferimento per tante donne in tutto il mondo. Non solo calcio. Anche il giornalismo, che la gente vede molte giornaliste donne che prima non vedevamo. Abbiamo aperto le porte all’uguaglianza», ha concluso.


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