L’addio alla scherma di Daniele Garozzo, il campione di fioretto si ritira: «Il mio cuore si è infortunato»

«È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione, gioie, soddisfazioni e amicizie che non avrei mai immaginato» dice l’atleta azzurro in un lungo post sui social

Il campione azzurro del fioretto Daniele Garozzo è costretto a ritirasi e non parteciperà alle Olimpiadi di Parigi. L’atleta, classe ’92, in un lungo post su Instagram ha spiegato che il suo cuore si è «infortunato». Nel testo che accompagna la foto dell’oro di Rio 2016 e l’argento di Tokyo 2020, ha spiegato che la decisione è «scaturita da circostanze al di là del mio controllo», ma la «accetta con serenità». «In tutti questi anni, ho avuto la fortuna di vivere una straordinaria avventura nel mondo dello sport, culminata con la vittoria di un oro ed un argento olimpico – ha aggiunto -. È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione, gioie, soddisfazioni e amicizie che non avrei mai immaginato».


Da Acireale alle Olimpiadi

Poi ha ripercorso la sua storia sportiva, dagli inizi umili ai trionfi: «Ricordo come fosse ieri quando ho iniziato a praticare questo sport meraviglioso. Se chiudo gli occhi mi vedo ancora nella palestra garage di Acireale a tirare milioni di stoccate contro un manichino, sognando un giorno di vincere le Olimpiadi. Chi mi conosce sa quanto amo la scherma. L’ho amata con instancabile dedizione e con tutto il mio cuore, e l’ho impegnato tanto, ma tutto ciò mi ha portato ai risultati che avevo sognato. In tutti questi anni, ho avuto la fortuna di vivere una straordinaria avventura nel mondo dello sport, culminata con la vittoria di un oro ed un argento olimpico». Quest’anno, l’Italia ha qualificato la squadra di fioretto maschile a Parigi, e Garozzo era tra i nomi in pole per la convocazione.


Il futuro

Nonostante l’imprevisto cambio di programma, Garozzo dice di essere riconoscente di quanto ottenuto in carriera e fiducioso nel futuro: «Nel chiudere questo capitolo della mia vita da atleta, sono grato per ogni momento vissuto e per le esperienze che mi hanno reso la persona che sono oggi. Guardando al futuro, già da tempo avevo deciso di dedicare la mia vita professionale alla medicina, oggi con un obiettivo ancor più chiaro: studiare e divulgare le condizioni cardiologiche, spesso misconosciute, che possono affliggere la popolazione sportiva». Ha intenzione di trasformare la sua situazione in un punto di forza: «La mia esperienza personale mi ha mostrato quanto sia importante svolgere un’efficace opera di sensibilizzazione su queste problematiche per garantire una migliore prevenzione e un’ottimale gestione degli atleti di ogni livello».

I ringraziamenti

«Sono consapevole – conclude – di essere il ragazzo più fortunato che io conosca. Ho realizzato i miei sogni sportivi, ho viaggiato in tutto il mondo con amici straordinari e ho trovato la mia migliore amica e compagna di vita sulle pedane di scherma. Tanti mi hanno aiutato lungo questo percorso, e vorrei ringraziarli tutti, oggi e come ho sempre fatto in passato». A cominciare dal suo «Maestro Fabio Galli, che mi ha insegnato prima a diventare un uomo, poi un campione. Anche se sulla pedana tutti vedevano solo me, eravamo sempre in due a tirare e prendere quelle stoccate». E infine: «Grazie a tutti voi per avermi accompagnato lungo questo meraviglioso percorso. Anche se quello agonistico si conclude qui, sono entusiasta di iniziare il prossimo capitolo della mia vita con lo stesso spirito di dedizione e passione».

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