Liguria, gli altri ristoratori della Riviera: «I due euro per il toast? È giusto»

I colleghi di Ida Germano: spesso i clienti hanno pretese incomprensibili. La Fipe: un caso isolato

Gli altri esercenti della Riviera Ligure stanno con Ida Germano. Mentre le associazioni di categoria parlano di un caso isolato per i due euro chiesti per tagliare un toast dall’Osteria del Cavolo di Finale Ligure, in provincia di Savona. La maggior parte dei colleghi difende però la ristoratrice di Finalborgo. E negli altri locali le trofie al pesto come prezzo vanno dai 12 ai 15 euro. «Bisogna venire incontro alle esigenze del cliente», premette Matteo Granero, titolare dei Bagni Vittoria con l’edizione ligure di Repubblica. «Ma da ristoratore mi schiero con loro», conclude. Ai Bagni Garibaldi ci sono passerelle per passeggini e carrozzine, wi-fi gratis. Ma anche lì si tiene il punto: «Chi non è nel settore della ristorazione a volte non capisce», spiega Mauro Rebonato, il titolare.


Le pretese incomprensibili

«Sentiamo di pretese incomprensibili: tipo, c’è il menù fisso e chiedono di cambiare i piatti. Io sono in questo settore da 47 anni. E a volte mi riservo di dire che il bagno è al completo, se la clientela non mi sembra adeguata. Le recensioni, poi: qualcuno ci dice che le vongole non erano veraci, e non è così. Altri, che è il miglior piatto mai assaggiato». Ai Bagni America dicono: «I sovrapprezzi? Non ne applichiamo: l’acqua potabile, per esempio, mica la facciamo pagare. Ma se un cliente del bar vuole poi passare la giornata in spiaggia, applichiamo una piccola tariffa, simbolica. Cinque euro: più per correttezza verso gli altri clienti», concludono. Alessandro Cavo, che guida la Fipe-Confcommercio di zona, invita invece Selvaggia Lucarelli a provare la sua pasta con il pesto al mortaio. «Come ristoratori, ci prendiamo l’impegno di farla ricredere», aggiunge.


Un caso isolato

Cavo dice che quello dei 2 euro per il taglio del toast è un caso isolato e non emblematico. «Sono cose che succedono in tutto il mondo. Nel mucchio possono capitare episodi spiacevoli. Ma non li farei diventare un simbolo», sostiene. Poi aggiunge un dato storico: «A Como è accaduto qualcosa di molto simile con il toast diviso a metà fatto pagare due euro in più eppure a nessuno verrebbe mai in mente di dire che in Lombardia non sono accoglienti. Non dimentichiamo che la Liguria è una delle regioni più gettonate in Italia in questo periodo, come emerge da un recente studio di Confcommercio. Poi è ovvio che condanniamo episodi come questo, comportamenti contro le minime regole di accoglienza». Ma Cavo ammette anche che quello del ristoratore ligure scontroso non è uno stereotipo: «No. Però, dico questo: non dobbiamo snaturarci, recitare. Dobbiamo essere accoglienti restando noi stessi. Io, per scherzare con una cliente abituale, le faccio sempre la battuta: ancora qui, con tutti i locali che ci sono? E ridiamo insieme».

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