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Tornano in Italia 266 reperti archeologici trafugati negli Usa. Chi è il mercante d’arte dietro il traffico illecito

11 Agosto 2023 - 14:07 Redazione
145 pezzi (70 lotti) sono stati recuperati nell'ambito di una procedura di bancarotta a carico di Robin Symes, considerato per anni il mercante d'arte «più noto e di maggior successo» a Londra

266 reperti archeologici trafugati negli Stati Uniti sono stati riportati in Italia. Un patrimonio stimato approssimativamente sul mercato dei beni culturali in svariate decine di milioni di euro e risalente a un arco temporale che va dall’età Villanoviana (IX/VIII sec a.C.), alla civiltà etrusca (VII/IV sec. a.C.), alla Magna Grecia (V/III sec. a.C.) fino all’età romana imperiale (I-II sec d.C.) arrivato negli States – negli ultimi decenni del secolo scorso – per essere smerciato da trafficanti internazionali. Il successo dell’operazione è frutto della collaborazione tra magistratura italiana e Procura distrettuale di Manhattan che con «l’Assistant District Attorney NY, Colonnello Matthew Bogdanos e i colleghi di Homeland Security Investigations (HSI), hanno consolidando una cooperazione di impareggiabile efficacia nel mondo, anche grazie alla costante sinergia tra i carabinieri dell’arte e il dicastero guidato dal ministro Gennaro Sangiuliano», si legge nella nota del ministero della Cultura. La cerimonia di restituzione si è tenuta l’8 agosto a New York, nella sede della Procura. In tutto sono stati recuperati 145 pezzi (70 lotti), nell’ambito di una procedura di bancarotta a carico di un cittadino inglese, Robin Symes. Gli altri 65 manufatti sono stati invece restituiti spontaneamente dall’ente proprietario del Menil Collection Museum di Houston dopo che i carabinieri hanno accertato la loro provenienza da scavi clandestini in aree archeologiche del territorio italiano e l’esportazione illecita.

Chi è Robin Symes

Da mercante d’arte «più noto e di maggior successo» a Londra, a trafficante di beni culturali. Robin Symes – lo stesso che aveva venduto al Getty Museum la Venere di Morgantina – è uno dei nomi più conosciuti in Gran Bretagna, associato al traffico illecito di reperti archeologici rubati e poi venduti ai più grandi musei di tutto il mondo (ignari della frode). Sette anni fa le autorità italiane e svizzere avevano sequestrato a Symes 45 casse contenenti reperti etruschi e romani sequestrati a Ginevra; nel 2017 invece il Paul Getty Museum di Malibù ha restituito volontariamente all’Italia la statuetta in marmo raffigurante Zeus in trono risalente al I-II secolo a.C., comprata dai collezionisti Barbara e Lawrence Fleischman che a loro volta l’avevano acquistata dal trafficante inglese.

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