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Ecco Earendel, la stella più lontana mai vista. Come ha fatto il telescopio Webb a inquadrarla così bene

12 Agosto 2023 - 15:55 Antonio Di Noto
Il passaggio di un cluster di galassie ha agito da lente, permettendo all'occhio di Webb di vedere la stella in maniera estremamente nitida

Earendel. Non è il nome di un personaggio de Il signore degli anelli, ma non per questo descrive qualcosa di meno affascinante. Si tratta della stella più lontana mai vista dall’occhio umano. Non nudo, ma aiutato dal sofisticato telescopio Webb che ha captato la luce emessa dalla stella, la cui luminosità è un milione di volte più forte di quella del nostro Sole. Il corpo celeste era stato inizialmente identificato grazie al telescopio Hubble nel 2022, ma le immagini fornite da Webb sono più nitide e più brillanti di quelle del suo predecessore. Earendel, il cui nome deriva dall’inglese arcaico e può essere tradotto come «stella del mattino» o «luce nascente», si trova a 28 miliardi di anni luce dalla Terra, più del doppio rispetto alla distanza iniziale stimata in 12,8 miliardi di anni luce. Significa che l’immagine della stella ci ha messo 12,8 miliardi di anni a raggiungere le lenti del telescopio, ma proprio in questo lasso di tempo l’espansione dell’universo l’ha fatta allontanare ancora di più, fino alla distanza attuale.

Cos’è la lente gravitazionale che ha reso possibile l’avvistamento

Il corpo celeste, la cui temperatura è approssimativamente il doppio di quella del sole, si trova nella galassia Sunrise Arc, che prende il nome proprio dalla forma ad arco evidente anche nelle foto diffuse dalla Nasa in collaborazione con Esa e Csa (l’agenzia spaziale canadese). È stato possibile vederla così bene anche perché un grande gruppo di galassie chiamato WHL0137-08 si è interposto tra la Terra e il corpo celeste facendolo apparire più grande. Il fenomeno è definito «lente gravitazionale» e si verifica quando la forza di gravità di una grossa massa genera una curvatura dello spazio-tempo, piegando la luce in maniera simile a quella di una lente ottica. Viene così facilitato lo studio di oggetti estremamente lontani che si sono generati durante o poco dopo il Big Bang. Le informazioni in essi contenute sono fondamentali per comprendere il funzionamento dell’universo.

WIKIMEDIA / Commons | Funzionamento della lente gravitazionale

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