Fuoco, sfollati e 80 morti: cosa ha causato gli incendi alle Hawaii

Il forte vento e la siccità hanno avuto un ruolo decisivo. La procura ha annunciato l’apertura di un’inchiesta

Le fotografie del prima e del dopo rendono bene l’idea del livello di devastazione sull’isola di Maui alle Hawaii, travolta dagli incendi che hanno ucciso 80 persone. Il bilancio delle vittime, che rischia di aggravarsi nelle prossime ore, è stato fornito dalle autorità locali. Oltre ai decessi, circa 1400 tra turisti e cittadini si trovano in rifugi di emergenza per l’evacuazione. Mentre sono 1000 quelli che risultano irraggiungibili. Cifra, quest’ultima, soggetta a continui aggiustamenti a causa della mancata comunicazione dovuta alle linee telefoniche non ancora del tutto stabili. Ciò che è certa, però, è l’entità di quanto andato perso nel peggior «disastro naturale nella storia dello Stato», ha detto il governatore Josh Green.


Mille edifici distrutti

Solo a Lahaina, centro storico e turistico dell’isola di Maui, sono stati distrutti più di 1.000 edifici. L’ultimo grande incendio alle Hawaii risale al 2018, quando i venti dell’uragano Lane hanno alimentato le fiamme intorno alla stessa città, distruggendo 2mila acri di terra, 31 veicoli e 21 edifici, la maggior parte dei quali erano case. Quasi 15.000 turisti hanno già lasciato Maui grazie ai voli aggiuntivi forniti dalle compagnie aeree, mentre le autorità sconsigliano «i viaggi non essenziali sull’isola». Ma cosa abbia scatenato gli incendi mortali è, però, ancora da chiarire. Sicuramente, scrive la Bbc, il forte vento dell’uragano Dora e la siccità o condizioni anormalmente secche (l’80% del territorio), hanno avuto un ruolo decisivo. Normalmente gli incendi richiedono tre fattori per scatenarsi: un combustibile sotto forma di biomassa come ad esempio la vegetazione o gli alberi, una scintilla e condizioni meteorologiche che alimentano le fiamme (i venti).


Il vento, la siccità, la vegetazione

Il clima secco delle Hawaii, spiega il quotidiano britannico, risucchia l’umidità della vegetazione. Questo significa che può incendiarsi più facilmente e poi diffondersi. Gli scienziati hanno infatti calcolato che circa il 90% dell’arcipelago vulcanico isolato nel Pacifico centrale starebbe ricevendo meno precipitazioni rispetto a un secolo fa. In particolare a Maui, spiegano gli esperti, le temperature calde di questi giorni, l’umidità molto bassa e i venti più forti si sarebbero combinati per aumentare il rischio di incendi. Nel frattempo, la procura delle Hawaii ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sul modo in cui le autorità hanno gestito gli incendi.

L’indagine

Il procuratore generale, Anne Lopez, si legge sulla Cnn, effettuerà «un’analisi completa delle decisioni prese dai funzionari in risposta agli incendi», ha detto Lopez. «Mentre continuiamo a sostenere tutti gli aspetti dello sforzo di soccorso in corso, ora è il momento di iniziare questo lavoro di comprensione».

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