Il generale Vannacci incassa la difesa del vicepremier Salvini, ma non rivela il contenuto della telefonata «molto cordiale» intercorsa tra i due. «Non dirò nulla, ma mi ha fatto piacere sicuramente. Come fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato e per come può sentirsi», ha detto il parà al Corriere della Sera. Il leader della Lega si era infatti schierato dalla parte di Vannacci e del suo libro Il Mondo al contrario: «Il generale deve essere giudicato per quello che fa in servizio», ha detto Salvini in una diretta Facebook. Ma ora Vannacci, finito nella bufera per le frasi omofobe e razziste e al momento destituito dalla guida dell’Istituto geografico militare, torna alla carica per rispondere alle dichiarazioni dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che due giorni fa ha preso le distanze dal suo testo. «Lo Stato maggiore è arrivato secondo, io ho preso le distanze per primo, quando nella nota d’autore del libro ho spiegato che le mie erano opinioni personali e che non rappresentavano il punto di vista delle forze armate. Per questo considero le parole dello Stato maggiore pleonastiche e ridondanti», ha detto al quotidiano. Vannacci ha poi negato che su di lui penda un procedimento disciplinare da parte del ministero della Difesa: il generale ha invece spiegato di aver «ricevuto oggi (lunedì, 21 agosto, ndr) comunicazione dell’avvio di un’inchiesta sommaria, che non è un’azione disciplinare, è un’indagine per episodi di rilevante gravità, le cui considerazioni finali, eventualmente, e solo allora, potranno o non potranno portare all’avvio di un provvedimento disciplinare». Quanto alle sirene politiche fatte risuonare da Forza Nuova, che ha proposto al generale di candidarsi per il seggio al Senato delle elezioni suppletive a Monza, Vannacci conferma: «Io faccio il soldato, ma ringrazio chiunque mi fa delle offerte, perché significa che ha fiducia in me».
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