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Il «patto della masseria» tra Meloni e Salvini, la promessa tradita del leghista sul caso Vannacci: «Niente concorrenza sleale»

L'incontro nella masseria in Puglia durante la vacanze per fissare i paletti in vista dell'autunno e le prossime Europee. L'uscita del leader della Lega sulle polemiche contro il generale dell'Esercito che ha spiazzato la premier

Domenica scorsa la premier Giorgia Meloni e il vice Matteo Salvini si sono visti per circa quattro ore nella blindatissima masseria Bonifacio, a Ceglie Messapica nel Brindisino dove la premier ha scelto di trascorrere le sue vacanze agostane con famiglia al seguito. In Puglia, tra Monopoli e Polignano a mare, anche il leader leghista con la compagna Francesca Verdini, che si sono spostati di appena 50 km per un brindisi che buona parte dei retroscena sui quotidiani racconta cordiale e amichevole. Un’occasione per i due di siglare quello che Il Messaggero chiama «il patto della masseria», con il quale avrebbero fissato i paletti in vista della Manovra che si preannuncia complicata, come ha ricordato lo stesso Giancarlo Giorgetti appena ieri dal Meeting di Rimini quando ha detto che «non si potrà far tutto». L’idea di massima che sarebbe emersa tra un brindisi e una frisa è di dare un segnale all’elettorato in vista delle prossime Europee almeno sul fronte del caro-carburanti, magari sfruttando l’extra-gettito incassato con il boom dei prezzi di questa estate. Su tutti gli altri fronti, a cominciare dal taglio del cuneo fiscale, i conti andranno rivisti. Su tutto un mantra: «Una concorrenza sleale non fa bene a nessuno», come riporta Repubblica.

La fuga in avanti sul caso Vannacci

Ma se sui temi di governo l’unità di intenti tra i due sarebbe stata ribadita e anzi consolidata, almeno secondo i retroscena del Corriere della Sera e del Messaggero, sul fronte più politico ed elettorale le prime crepe al patto sono avvenute già poche ore dopo i saluti di domenica sera. Come racconta la Repubblica, il giorno dopo quel faccia a faccia Salvini ha preso le difese del generale Roberto Vannacci, in quello che a molti analisti è apparso come un tentativo di sorpasso a destra della premier. I due avevano stretto una sorta di patto di non belligeranza in vista delle Europee, ma l’uscita di Salvini a sostegno del generale finito nella bufera per il suo libro ha dato la conferma alla premier e ai suoi che il leader leghista ha tutte le intenzioni di continuare a drenare consensi a destra a Fratelli d’Italia e alla sua leader, frenata nelle dichiarazioni dai doveri istituzionali che per giorni le avrebbero impedito di dire esplicitamente la sua sul caso Vannacci.

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