«L’ultimo lancio di dadi» per un vaccino Hiv: al via alla sperimentazione

Per la prima volta combina la valutazione dei vaccini sperimentali contro l’HIV e la profilassi pre-esposizione: ecco di cosa si tratta

«L’ultimo lancio dei dadi». Così è stato definito un nuovo studio sui vaccini contro il virus dell’Hiv giunto alle sue fasi finali. Si tratta di una ricerca, intitolata PrEPVacc, il cui successo potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase per lo sviluppo dei vaccini. Al contrario, il suo fallimento potrebbe portare gli immunologi a rinunciare a una generazione di vaccini. A darne notizia è la Cnn. Attualmente non esiste ancora un vaccino contro l’Hiv, nonostante solo lo scorso anno siano morte oltre 600mila persone per malattie legate all’Aids. Sono diversi gli studi che sono stati effettuati negli anni, ma poi sono stati tutti bloccati perché inefficaci.


La ricerca

La ricerca PrEPVacc – come si legge sul sito ufficiale – è condotta da africani e sostenuta dall’Europa. Per la prima volta combina contemporaneamente la valutazione dei vaccini sperimentali contro l’HIV e la profilassi pre-esposizione (PrEP). I partecipanti che hanno preso parte alla sperimentazione nel 2020 sono in tutto 1.513 e sono uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 40 anni.


«Se fallisce? Un ritorno alle origini»

Tra i tanti studi falliti, uno in particolare aveva dimostrato un certo grado di efficacia rilevante (30%), seppur non sufficiente per essere definito valido. Si chiamava RV144 e gli scienziati sono partiti proprio da qui per il PrEPVacc. «Si tratta di un’evoluzione di RV144, non di una rivoluzione», spiega Jonathan Weber, coordinatore del PrEPVacc e direttore dell’Imperial College Academic Health Science Centre di Londra. «Questi sono entrambi i regimi che non sono mai stati sottoposti a studi di efficacia prima. Si tratta dei vaccini migliori che la scienza medica possa fornire al momento», aggiunge. Per questo motivo, ritiene che «qualora lo studio dovesse fallire si tratterebbe di un ritorno alle origini. Non c’è – chiosa -nient’altro in giro che possa essere migliore di questa generazione di prodotti vaccinali».

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