Esercito paralizzato dal caso Vannacci, annullata la festa del Col Moschin. Crosetto lo viene a sapere e furioso la ripristina “d’imperio”

Il blitz del ministro della Difesa per ripristinare la celebrazione, dopo la mossa dei vertici dell’Esercito di farla saltare per timore delle polemiche sul generale

I vertici dell’Esercito italiano dopo il caso del generale Roberto Vannacci sono andati in tilt riuscendo a fare arrabbiare il ministro della Difesa Guido Crosetto per il motivo diametralmente opposto a quello del generale scrittore oggi diventato una icona della destra. Spinti dal terrore di nuove polemiche infatti i vertici dell’Esercito avevano deciso di annullare la tradizionale “Festa della Memoria” che questo anno il IX reggimento di assalto Col Moschin aveva fissato per il 7 settembre nella sua base addestrativa di Livorno riunendo militari, famiglie, ex del corpo e anche i parenti delle vittime dei parà impiegati all’estero.


Ufficialmente la scelta di annullare la festa (riservata per altro solo a quelle categorie e non aperta al pubblico) è stata motivata con «esigenze operative». Quando la notizia è arrivata al ministro della Difesa segnalata dagli stessi familiari dei caduti del Col Moschin, Crosetto si è informato con i vertici dell’Esercito e ha capito che invece la scelta dipendeva dal timore che quel giorno potesse tenere banco in caserma il caso Vannacci, visto che fra il 2011 e il 2013 quel generale oggi tanto discusso aveva comandato proprio il IX reggimento Col Moschin.


Un vertice dell’Esercito che è sembrato quindi più realista del re, e che certamente ha interpretato in modo assai estensivo il pensiero del ministro della Difesa, che si è particolarmente irritato invece per quella scelta adottata per altro senza nemmeno consultarlo preventivamente. Così Crosetto (la definizione viene proprio dal ministero della Difesa) ha «ripristinato d’imperio» la Festa della memoria del Col Moschin, scelta assai gradita da quel corpo e da tutti i familiari di chi vi milita e di chi non c’è più.

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