Il superbuco dietro il Superbonus. Cresce l’allarme del governo per l’impatto sui conti pubblici: crediti saliti a 146 miliardi

Al momento solo 23 miliardi risultano compensati, mentre gli altri 123 “sarebbero alla ricerca” di compratori

Il superbonus, tra la revisione adottata dal governo Meloni e la scoperta di nuovi casi di truffa – scoperta che ciclicamente si ripete -, mostra dei valori di spesa, per lo Stato, insostenibili. Da marzo ad aprile di quest’anno, fuori da ogni previsione di spesa, sono comparsi altri 35 miliardi di crediti ceduti o scontati in fattura dalle imprese. Di questo tesoretto, 4 miliardi si sono rivelati falsi, mentre 12,8 sono irregolari. Numeri citati in una nota riservata che l’Agenzia dell’entrate ha fatto pervenire alla presidente del Consiglio. L’allarme nell’esecutivo c’è, ed è esasperato dalla prossimità dell’appuntamento, con la definizione della legge di Bilancio 2024. Dall’appunto arrivato dagli uffici di Ernesto Maria Ruffini, dunque, si apprende che i crediti legati ai bonus edilizi sono cresciuti da 110 a 146 miliardi di euro, di cui solo 23 sono stati compensati e portati a riduzione delle tasse dovute. Gli altri 123 miliardi, che potranno essere scontati in un quadriennio, sono in buona parte alla ricerca di un compratore. Il Corriere, che la mattina del 3 settembre analizza la questione sul giornale, sviscera i costi per ogni agevolazione data all’edilizia, negli ultimi anni. «Il bonus per i lavori sulle facciate introdotto nel 2020, al 90%, ma senza prezziario e massimali, doveva costare 5,9 miliardi, ma ne sta costando 26, cinque volte tanto. Per il superbonus si prevedeva una spesa di 35 miliardi, ma siamo arrivati quasi a cento». Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, si vedrà costretto a rimodulare ancora la Nadef, tra una ventina di giorni.


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