Nel Sistema Solare c’è un pianeta fantasma? Lo studio di due astronomi giapponesi rievoca il Pianeta Nove

Il calcolo, ancora una volta, si basa sulle anomalie orbitali riscontrate nella la fascia di Kuiper, popolata da masse di piccoli asteroidi e comete

Un pianeta fantasma, con una massa da 1,5 a 3 superiore a quella della Terra, potrebbe nascondersi nel Sistema solare, precisamente al confine, nella fascia di Kuiper, oltre l’orbita di Nettuno. A rivelarlo è Ansa che cita le simulazioni pubblicate su “The Astronomical Journal” da due astrofisici giapponesi, Patryk Sofia Lykawka della Kindai University di Osaka e Takashi Ito dell’Osservatorio astronomico nazionale del Giappone.


L’ipotesi del Pianeta Nove e lo studio giapponese

Nell’ultimo decennio diversi studi hanno ipotizzato l’esistenza di un pianeta ai confini del Sistema solare, il cosiddetto Pianeta Nove. Finora, la fascia di Kuiper, è risultata popolata da masse di piccole dimensioni, asteroidi, comete e materiale spaziale vario. A dispetto però delle leggi finora conosciute, ovvero quelle relative all’orbita gravitazionale, è come se questa fascia di materiale si comportasse in modo anomalo, come se il movimento fosse influenzato da qualcosa di più grande che crea forza. Si va nel campo delle ipotesi ma se fosse confermata la presenza di un pianeta secondo i calcoli degli astrofici giapponesi dovrebbe avere una massa da 1,5 a 3 volte quella della Terra, un’inclinazione di circa 30 gradi e un’orbita che lo porterebbe a una distanza dal Sole compresa tra 250 e 500 unità astronomiche (una unità astronomica è la distanza che separa la Terra dal nostro Sole, pari a circa 149,6 milioni di chilometri). Che sia il famigerato Pianeta Nove? Ma soprattutto dove nasce la teoria del “pianeta fantasma”?


Il pianeta X e i tentativi falliti nell’individuarlo

Per capire queste teorie occorre fare un salto indietro nel tempo: XIX secolo. Non tutti sanno che la scoperta di Nettuno nel 1846 fu fatta in base ai calcoli dei matematici John Couch Adams e Urbain Le Verrier su delle discrepanze delle orbite di Urano, Saturno e Giove. Se non era possibile vedere Nettuno, si poteva intuire la sua massa e la sua forza gravitazionale in base alle orbite dei pianeti vicini. E Nettuno, a sua volta, presente degli errori nella sua orbita. C’è quindi un altro pianeta in grado di influenzare i suoi movimenti? Su queste osservazioni l’astronomo Percival Lowell cerco di individuare il “pianeta X” ovvero il pianeta ignoto. Fece due ricerche separate senza successo; la prima finì nel 1909 e la seconda cominciò nel 1913, dopo avere revisionato la sua predizione sull’ipotetica posizione. Nel 1915 Lowell pubblicò i suoi parametri teorici per il pianeta X. Nel suo osservatorio furono registrate due deboli immagini di Plutone, pianeta che fu riconosciuto tale solo più tardi, nel 1930. Inizialmente si pensò che il pianeta X fosse per l’appunto Plutone. Purtroppo però la sua massa non era in grado di influenzare l’orbita di Nettuno. Quindi, sulla base delle anomalie nettuniane, la scienza si continua a chiedere se questo pianeta esista o meno, A metter quasi un parola fine alle teorie sul pianeta X ci ha pensato la sonda spaziale Voyager 2, che scoprì un calcolo errato sulla massa di Nettuno. In base ai nuovi calcoli le anomalie dell’orbita infatti scomparivano. Non solo, nel 2014 la NASA ha comunicato la notizia che il suo programma di esplorazione Wide-Field Infrared Survey Explorer (WISE) non ha ancora rilevato l’esistenza di un pianeta X. Negli anni gli studi non si sono però interrotti. C’è chi ha addirittura ipotizzato, come una pubblicazione prodotta dall’Università di Harvard, che il Pianeta fosse in realtà un worm-hole. Ora, dopo anni di studi e tentativi arrivano i nuovi calcoli giapponesi, che ne indicano addirittura le ipotetiche dimensioni. Nulla a che vedere, sia chiaro, con Nibiru, presunto pianeta sogno dei complottisti, esistente sulla base di una personale interpretazione delle scritture sumere dello scrittore Zecharia Sitchin. Quella di Nibiru è una tesi del tutto priva di riscontri e di qualunque base scientifica.

(In copertina una fotografia di presentazione resa disponibile dal Caltech CATECH il 21 gennaio 2016 che mostra un rendering artistico di una vista distante dal Pianeta Nove verso il Sole. Ansa/EPA/CATECH/R. Hurt – IPAC)

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