Perché un terremoto così forte in Marocco? L’analisi dell’Ingv: «Causato dalla compressione della catena dell’Atlante»

La conta delle vittime è iniziata da poco, ma i morti sono almeno 600

Un evento di rara potenza in una zona con una pericolosità sismica relativamente bassa. Questo è uno dei risultati dell’analisi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia del terremoto di magnitudo 6,8 che ha colpito il Marocco alle 23.11 di venerdì 8 agosto. Il sisma è nato da una compressione della catena montuosa dell’Atlante, che si estende lungo tutto il territorio marocchino e prosegue fino alla Tunisia. Potrebbe sembrare che, stretta tra la placca africana e quella europea, la catena sia stata compressa dal movimento tettonico della placca africana che ha spinto contro quella europea generando il terremoto. Ma così non è: il sisma è nato da un movimento principalmente interno alla placca africana. L’evento è simile a quello avvenuto nel 1960 ad Agadir, quando le vittime furono 15 mila e la magnitudo 5,8. «I monti dell’Atlante sono una delle due zone del Marocco a maggiore sismicità. L’altra si trova lungo la costa mediterranea, dove nel 1624 a Fez è avvenuto un terremoto devastante», ha spiegato Carlo Meletti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.


Gli eventi più rilevanti di solito sono sul Mediterraneo

Scrive l’istituto: «Il Marocco è interessato da un’intensa sismicità attestata da molti secoli. Gli eventi più rilevanti si concentrano lungo la costa del Mediterraneo e lungo i monti dell’Atlante. Da ricordare il terremoto dell’11 maggio 1624 che ha interessato la zona di Fes con una magnitudo stimata pari a 6.7; il 29 febbraio 1960 un terremoto di magnitudo 5.7 ha invece colpito, distruggendola e provocando 15000 vittime, la città di Agadir che è stata completamente ricostruita». La conta dei danni a Marrakesh è iniziata da poco, ma sono già oltre 600 le vittime del sisma, che viene considerato il più forte ad aver mai colpito il Paese nordafricano, caratterizzato da una sismicità relativamente alta, ma che la maggior parte delle volte non genera fenomeni così intensi.


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