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«Pio XII sapeva dei campi di concentramento»: la lettera e il pugnale con la svastica per uccidere il Papa

16 Settembre 2023 - 07:55 Redazione
pio xii campi di concentramento auschwitz eugenio pacelli
pio xii campi di concentramento auschwitz eugenio pacelli
La prova viene dagli archivi vaticani. Lo storico: cerchiamo di fare chiarezza

Pio XII sapeva dei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. E la prova viene dagli Archivi Vaticani. Da cui spunta una lettera che prova che Eugenio Pacelli conosceva lo sterminio di massa degli ebrei. A pubblicarla è oggi La Lettura del Corriere della Sera. Mentre a ritrovarla è stato Giovanni Coco, archivista e ricercatore presso la Santa Sede. Che poi parla della scoperta con Massimo Franco: «È un caso unico, ha un valore enorme». Poi spiega: «Noi cerchiamo di fare chiarezza, anche per comprendere la stagione terribile in cui Pacelli guidò la Chiesa». Pio XII è stato spesso accusato dei silenzi sull’Olocausto. E il ritrovamento della lettera potrebbe mettere un’ipoteca sulla sua causa di beatificazione.

I dilemmi e i silenzi

Il Vaticano ha fatto una scelta di trasparenza. Mentre secondo lo storico queste nuove carte potrebbero alimentare una nuova consapevolezza e aiutare a fare chiarezza: « Abbiamo dibattuto per più di mezzo secolo su documenti e fonti indirette. Ora abbiamo quelle dirette, e altre probabilmente emergeranno. Noi ci sforziamo di renderle il più possibile accessibili a tutti, perché si capisca la stagione terribile nella quale Pio XII ha guidato la Chiesa. Deve emergere tutto, senza paure né pregiudizi. È quanto stiamo facendo negli ultimi anni qui all’Archivio». Una decisione che trova concorde anche il prefetto dell’archivio, monsignor Sergio Pagano.

Il pugnale con la svastica

L’inserto La Lettura pubblica anche la fotografia di un pugnale con incisa la svastica nazista. Fu trovato nell’appartamento di Pio XII dal suo successore, Papa Giovanni XXIII, che chiese spiegazioni all’allora sostituto della Segreteria di Stato monsignor Angelo Dell’Acqua. Il quale non sapendo nulla dell’oggetto «si rivolse a suor Pascalina Lenhert, l’oracolo di Pio XII, la sua governante. E suor Pascalina rivelò che il pugnale era stato portato in udienza da un membro delle SS che lo doveva usare contro Pio XII. Ma il soldato si era ravveduto e ne aveva fatto dono al Papa». Pio XII era stato sollecitato da Myron Taylor, rappresentante personale del presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, a dire parole forti sulla persecuzione degli ebrei. Ma non lo fece.

Le ragioni

Per lo storico vaticano sulla scelta del Papa «influirono anche altri timori. In primo luogo la possibilità concreta di rappresaglie naziste contro i cattolici polacchi, il suo gregge di fedeli. Avrebbe significato recidere i rapporti con i vescovi di quella comunità già sotto il tallone nazista. E poi, in larga parte del mondo vaticano ristagnava il pregiudizio contro gli ebrei non solo sul piano religioso, ma talvolta anche antisemita».

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