Ape Donna: la pensione anticipata per uscire dal lavoro a 61 anni di età

Il governo Meloni ragiona sulla possibilità di usare l’Anticipo Pensionistico

L’Ape sociale anticipata per le donne. Che permetta di andare in pensione a 61 anni di età. Ma anche la possibilità di usare la pensione integrativa per uscire dal lavoro a 64 anni. Mentre Quota 103 sarà prorogata nel 2024. In attesa dell’obiettivo di legislatura: quota 41. Il governo Meloni apre il cantiere delle pensioni in attesa della prossima legge di bilancio. Intanto è ancora sul tavolo anche l’idea del part time negli ultimi anni di lavoro con l’assunzione di giovani. Il nuovo Anticipo Pensionistico consentirebbe di ricevere l’indennità di accompagnamento verso la pensione dai 61/62 anni. Invece dei 63 previsti attualmente. La platea è quella delle donne con una situazione di disagio (licenziate, con invalidità almeno al 74%, caregiver o impegnate in lavori gravosi). Si aggiungerebbe allo sconto già in vigore di un anno per ogni figlio. Fino a un massimo di due anni.


Cos’è e come funziona

Con il termine Ape Sociale si intende l’Anticipo Pensionistico. Ovvero l’indennità garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps per i lavoratori di particolari categorie o che versano in difficoltà. Il governo ipotizza anche un’ulteriore agevolazione per le donne licenziate con invalidità almeno al 74%, caregiver o impegnate in lavori gravosi. In questo caso l’accompagnamento verso la pensione potrebbe partire dai 61/62 anni. La nuova Ape Donna sostituirebbe così Opzione Donna. Che attualmente consente di uscire dal lavoro a 58 anni con due figli e 35 anni di contributi. Così ne basterebbero di meno. Il Messaggero spiega che la platea interessata sarebbe sostanzialmente la stessa. Ma nel caso di Ape Donna il metodo di calcolo non sarebbe completamente contributivo. Il meccanismo prevede un numero di anni di contributi inferiore (tra 28 e 30) per avere la misura di accompagnamento.


Ape Donna e indennità

L’indennità sarebbe erogata dall’Inps per 12 mesi l’anno e non 13 come per la pensione. E sarebbe pari all’importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso alla misura. Il sussidio erogato fino all’accesso alla pensione di vecchiaia non potrà comunque superare i 1.500 euro lordi al mese, non rivalutabili. Per il resto, si conferma la proroga per Quota 103. Che consente a tutti di andare via dal lavoro a 62 anni con 41 di contributi. Mentre l’Ape sociale verrà estesa a lavori gravosi e usuranti. Per la vera e propria riforma delle pensioni invece servono almeno 4 miliardi di euro. Difficile farla in questa finanziaria. Più facile conseguire l’obiettivo dell’aumento delle pensioni minime.

Leggi anche: