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L’annuncio shock della Polonia: «Ora basta, non inviamo più armi all’Ucraina». La lite sul grano e il voto a Varsavia: ecco la crisi che inquieta la Nato

Il governo polacco ha anche convocato l’ambasciatore di Kiev, dopo che Zelensky aveva attaccato all’Onu il divieto di import di cereali (re)imposto da Varsavia

Per lunghi, lunghissimi mesi è stata la più fiera alleata di Kiev e della «resistenza armata» anti-russa ad ogni costo sul fronte europeo. Al pari forse soltanto dei tre Paesi baltici. Ma ora l’asse di ferro tra Polonia e Ucraina, le cui crepe s’intravedevano da alcuni mesi, scricchiola paurosamente. A dare l’annuncio esplosivo è stato questa sera in tv il primo ministro di Varsavia Mateusz Morawiecki: «La Polonia smetterà di fornire aiuti militari all’Ucraina perché dovrà armare il suo esercito», ha scandito il premier nazionalista. «L’Ucraina si sta difendendo da un brutale attacco da parte della Russia, e capisco questa situazione, ma, come ho detto, difenderemo il nostro Paese. Non trasferiamo più armi all’Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia». Possibile seppellire in un paio di frasi mesi di politica estera e di difesa del Paese da cui passano ogni giorno armamenti e aiuti di ogni genere all’Ucraina del fronte Nato? Al di là delle necessità militari dello stesso esercito di Varsavia, la questione che ha portato le relazioni tra i due Paesi al punto più critico da anni è di altra natura, ed ha a che fare con il grano. Venuta a mancare da venerdì scorso la «copertura» da parte dell’Ue, Polonia, Slovacchia e Ungheria hanno infatti annunciato nei giorni scorsi l’imposizione di un nuovo divieto unilaterale d’importazioni di cereali dall’Ucraina. I tre Paesi est-europei, insieme con la Bulgaria, hanno richiesto a gran voce da mesi la misura contro quella che i rispettivi agricoltori lamentavano essere una «invasione di grano» dall’Ucraina, con effetti deprimenti sui prezzi della materia prima e sulle loro vendite.


L’attacco di Zelensky all’Onu e l’ira polacca

Una pressione politica interna che torna a farsi possente in Polonia, dove il partito di governo (Pis) è atteso tra meno di un mese dal cruciale appuntamento delle elezioni politiche (15 ottobre), e non ha intenzione di alienarsi il sostengo delle campagne. La questione, che aveva provocato già nei mesi scorsi serie tensioni tra i Paesi coinvolti, è però deflagrata nelle ultime 24 ore. Ieri, nel suo discorso all’Assemblea Generale Onu, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non le ha mandate a dire, affermando che la politicizzazione della questione dell’export del grano messa in atto da «alcuni alleati europei fa il gioco della Russia». Oltraggio supremo per Varsavia, che oggi ha reagito con veemenza diplomatica, convocando l’ambasciatore ucraino nel Paese per avere spiegazioni sull’affermazione. Quindi, questa sera, l’annuncio-shock del premier Morawiecki sulle armi. E se si dovesse spezzare il filo che ha tenuto strettamente legate Polonia e Ucraina, allora sì che al Cremlino qualcuno stapperebbe una bottiglia.


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