Raffaella Borghi sapeva della fuga del marito Adamo Guerra in Grecia? «Solo chiacchiere»

La moglie dell’uomo che ha finto il suicidio: «Vi chiedo rispetto»

Raffaella Borghi dice che aveva dubbi dal 2016 riguardo il presunto suicidio del marito Adamo Guerra. Che intanto sarà processato a Ravenna per violazione degli obblighi familiari. E rischia anche una causa civile per risarcimento dei danni. In un’intervista a Il Messaggero però la donna risponde anche ai dubbi sul fatto che la famiglia sapesse già della fuga a Patrasso del marito. «Non ho bisogno di difendermi. So qual è la verità. Mi dispiace che escano queste cose, in giro c’è un po’ di maldicenza», sostiene. I dubbi sono venuti in primo luogo dagli abitanti di Lugo. Tra i quali c’era chi sosteneva che la famiglia sapesse già tutto. Ma la procura aveva cercato Guerra negli anni precedenti. E aveva comunicato sia ai genitori che alla moglie che era vivo. Salvo poi parlare di morte presunta nella chiusura delle indagini.


Il chiacchiericcio

Borghi dice che tornerà presto a “Chi l’ha visto?”: «Vi chiedo solo di portare rispetto. Chi di voi è un genitore può comprendere il dolore che hanno dovuto affrontare le mie figlie. Io sono sempre la stessa persona, non devo giustificare le mie emozioni, ma è una vicenda molto delicata a livello familiare». Poi se la prende con «il chiacchiericcio, ho passato dieci anni di chiacchiericcio. Ho sempre rispettato anche questo, quello che stavamo passando lo sapevamo solo noi. Io mi sono fidata sempre delle istituzioni». Poi aggiunge: «Voglio chiarire: il problema non è economico, non è il mantenimento. Il succo di questa storia è un papà che non sapevamo che fine avesse fatto». Sull’indagine del 2016 dice: «Spiegherò anche questa cosa. Ci sono stati vari step in questa ricerca, ma ripeto io sono andata dalle istituzioni per trovare un papà e me l’ha trovato la redazione di Chi l’ha visto. Non sono andata per un processo, per rivendicare un mantenimento. Ero separata da anni, se volevo pensare ai soldi lo facevo quando ce n’erano. Lasciamo stare. La nostra vita privata la conosco io, la conosce lui, la conoscono le mie figlie».


I doveri

Nel colloquio con Mauro Evangelisti Borghi parla anche dei doveri dell’ex marito: «Nel 2016 avevamo presentato una denuncia perché ipotizzavamo che fosse vivo, ma non sapevamo dove fosse. Stateci vicino, dal punto di vista umano. Queste cose non devono succedere a nessuno». Mentre che il marito fosse morto «lo ha fatto credere anche alle figlie, avevano 12 e 16 anni. Le sembra poco? Quando un padre scompare ai figli mancano le basi, è una palafitta senza pali. Se non tenevo su quei pali, crollava tutto».

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