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Chiara Dello Iacovo è Raffaella Carrà in “Raffa in the Sky”: «Ho provato la gioia della femminilità»

03 Ottobre 2023 - 08:29 Redazione
chiara dello jacovo raffaella carrà raffa in the sky
chiara dello jacovo raffaella carrà raffa in the sky
La fanta-opera teatrale dedicata alla showgirl

Chiara Dello Iacovo, astigiana di 28 anni, è cantautrice e attrice. Interpreta Raffaella Carrà in Raffa in the Sky, una fanta opera diretta da Carlo Boccadoro con regia di Francesco Micheli e musiche di Lamberto Curton. E oggi al Corriere della Sera spiega come è successo tutto: «L’universo ha insistito perché facessi questa cosa. La prima volta che mi hanno chiesto di fare un provino ho detto di no, perché volevo frequentare un master di regia a Bruxelles. La seconda volta non ho potuto negarmi: sarebbe stata maleducazione». L’attrice ha scoperto Carrà «molto tardi, grazie alla comunità Lgbt e alle mie amicizie queer di quel mondo».

La comunità

Dello Iacovo dice che fa parte di quella comunità: «Tutta la sensibilizzazione di questi anni mi ha chiarito cose che per me non erano mai state un problema: mi sono sempre vestita al maschile o al femminile, a seconda di come mi sentivo. Quando poi sono uscite parole come gender fluid e non binary allora mi sono detta: bene, è quello che sento io». Ma non si metterebbe in una ipotetica casella “non binaria”: «Non amo le caselle: ne vorrei una che contiene tutto. Biologicamente sono una donna, ma a volte mi sento un bimbo di 5 anni. È utilissimo dare i nomi alle cose, ma per me non è una necessità». Riguardo i suoi miti artistici, dice che «l’unico che si stacca da tutti nel mondo della musica è Battiato. Per me rimane un riferimento spirituale, prima ancora che artistico».

L’arricchimento

Mentre la parte di Carrà «mi ha arricchita enormemente come essere umano. Ho provato la gioia di una femminilità che gode di sé stessa e non dell’esibizione per qualcun altro. Tutto lo studio del personaggio si è basato sul senso del piacere e poco sul senso del dovere». Infine, le pellicole: «Sono appassionata del cinema anni ‘60-’70. Quindi Monica Vitti, patrimonio dell’Unesco».

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