L’attore Alessandro Haber: «Non sono più in carrozzina: ho lottato e adesso cammino»

Porta in teatro “La coscienza di Zeno” di Svevo: «Così finalmente riesco a fumare in scena»

L’attore Alessandro Haber svetta sul manifesto de La coscienza di Zeno di Svevo, che con regia di Paolo Valerio debutta da domani 3 al Politeama Rossetti di Trieste, con tappa al Quirino dal 17, e ampia tournée in tutta Italia. Nella scena fuma, come Zeno Cosini, il protagonista del libro: «Finalmente riesco a fumare in scena, col personaggio più fumatore della letteratura italiana, e io stesso ho cercato di smettere ma mai come il protagonista Zeno Cosini. Fumare è una forma inconscia di autodistruzione o nevrosi, per noi uomini quasi soli che ci attacchiamo a qualcosa, a un leggere, un chattare, un telefonino. Ora che nelle prove mi riconosco nella parte, ammetto che mi diverto, lavorando con ottimi colleghi. È come se mi calassi nei panni di un Mr Magoo, la sagoma miope del cartone animato che si salva sempre, e un po’ mi fa anche venire in mente Peter Sellers che in “Oltre il giardino” parlava con metafore disarmanti», dice oggi in un’intervista a la Repubblica.


La parte di Zeno, in coscienza

Haber svela di aver accettato la parte «in maniera istintiva, dopo le remore per un titolo che poteva essere solo appariscente, pur con rispettabili primattori che l’hanno fatto. Prima di convincermi, ho rischiato un passo indietro chiedendo se volevano sostituirmi». Haber ha vissuto sulla carrozzina negli ultimi tempi. Adesso non gli serve più: «E non utilizzo neanche il deambulatore: in scena mi basta una stampella. Mi sono fatto un mazzo così, non era giusto mollare tutto a 76 anni, con certi personaggi che ti fanno sentire ancora vivo. Così mi curo meno del mio quotidiano, e sul palco mento dicendo la verità». L’opera, spiega, «è un itinerario pieno di insidie ma anche di meraviglie, senza cronologie ma con un sacco di barlumi. Ho voglia di trasmettere emozioni alla gente in sala». Il finale è «un mio monologo che preannuncia la catastrofe. Cento e più anni fa Svevo mi fa prevedere quello che accadrà, la bomba atomica, responsabile un uomo come noi».


La tv, le serie, le partite

Infine, nel dialogo con Rodolfo Di Gianmarco, Haber parla un po’ di sé: «Non ambisco alla tv, vedo solo le partite, e qualche serie. Se col cinema ho una relazione da amante, col teatro faccio cultura ed è la mia donna preferita. Al di là di piccole bugie sono corretto, leale. Finisco con Svevo a dicembre, e ridebutto alla Pergola con La signora del martedì di Carlotto, con Giuliana De Sio, Paolo Sassanelli e Riccardo Festa, regia di Pierpaolo Sepe, fino ad aprile. Poi vorrei ricavare un monologo dal mio libro “Volevo essere Marlon Brando”, dove mi metto a nudo, in modo divertente e amaro, come Zeno Cosini. Tutto torna, no?».

Foto copertina da: Trieste Café

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