Cos’è il bradisismo che caratterizza i terremoti nei Campi Flegrei

L’alto tasso di urbanizzazione della zona rende il fenomeno del movimento del suolo ancor più rilevante

È stata registrata una nuova scossa di Magnitudo 2,6 ai Campi Flegrei, mentre il ministro Musumeci annuncia di essere al lavoro su un piano di evacuazione. Si torna dunque a parlare di «bradisismo», che significa letteralmente “movimento lento del suolo”. Si tratta infatti di un fenomeno periodico di abbassamento o innalzamento del livello del suolo collegato allo sciame sismico. Quando parliamo dei Campi Flegrei dobbiamo tener conto che facciamo riferimento a una delle più grandi strutture vulcaniche d’Italia. Per quanto il Vesuvio sia molto più attivo, la potenza dei Campi Flegrei può essere considerata relativamente superiore.


La geologia dei Campi Flegrei

La presenza di magma vicino alla superficie nei Campi Flegrei ha dato luogo a vari fenomeni, come le conche vulcaniche piene di gas asfissianti e le caldissime sorgenti termali. Al netto della lunga e turbolenta storia geologica, i Campi Flegrei sono rimasti relativamente tranquilli negli ultimi quattro millenni fino all’avvento dell’urbanizzazione. Diverse città e quartieri di Napoli ospitano la maggior parte dei coni di scorie e dei crateri attualmente visibili. Le cronache storiche ci regalano numerosi esempi emblematici. Ne ricordiamo due in particolare, riportati da Lisetta Giacomelli, Roberto Scandone nel manuale universitario Vulcani e eruzioni.


L’editto del 500

Nel 1503 la costa di Pozzuoli subì un tale sollevamento che il vicerè spagnolo emise un editto in cui concedeva la proprietà dei nuovi appezzamenti emersi, sottratti al mare, alla città, a testimonianza dell’importante fase bradisismica vissuta al tempo. Se dovesse avvenire una eruzione come quella del Monte Nuovo del 1538 – la quale diede origine a un cono di scorie alto 130 metri e largo 1 km -, allora sarebbe un problema, dato che l’attuale urbanizzazione dell’area è ben differente da quella del 1538.

L’eruzione ebbe diversi fenomeni precursori – oltre ovviamente al bradisismo -, anche terremoti e fratture nel terreno. L’eruzione vera e propria iniziò con la fuoriuscita importante di cenere e acqua dal suolo. Con l’abbassamento dei livelli di acqua nelle falde si crearono le condizioni che contribuirono all’evoluzione dell’eruzione verso una fase magmatica ed esplosiva, con la conseguente emissione di scorie. Così si propagò una nube fino al mare, secondo quanto riferito da una fonte dell’epoca. Durante l’ultima fase dell’eruzione vi fu il maggior numero di vittime. Questo genere di attività viene definita «stromboliana», perché caratterizzata da una serie di esplosioni e sedimentazioni di scorie. Sono proprio questi gli eventi che metterebbero maggiormente ansia, perché difficili da prevenire e con una potenza paragonabile alle eruzioni che ci aspetteremmo dal Vesuvio. Suggeriamo per approfondire l’analisi del fisico Lorenzo Colombo per la pagina Facebook Chi ha paura del buio.

Il ruolo del gas magmatico

Dunque l’alto tasso di urbanizzazione della zona rende il fenomeno del bradisismo ancor più rilevante. «Durante il 2023 il terreno si è sollevato di 15 millimetri al mese – spiega Colombo -, ancora ben lontani dai ritmi raggiunti durante la crisi del 1982-1984 (tre metri in due anni)». Eppure nonostante la forte correlazione con l’attività dei Campi Flegrei, i vulcanologi non sono concordi nello stabilire cosa causa esattamente il bradisismo. Non sappiamo nemmeno quali sono le sue tempistiche. È noto soltanto che dopo una fase ascendente del terreno dovrà essercene una discendente. È il tempo tra queste che non è chiaro, come riporta il geologo Stefano Gandelli per GeoPop.

Secondo uno studio svolto nel 2018 dai ricercatori dell’INGV (Moretti et al., 2018) – spiega Gandelli -, i fenomeni bradisismici dal 1985 ad oggi sarebbero legati a una risalita di gas magmatico all’interno degli acquiferi e non, come si credeva, ad una massa di magma che “spingeva” il suolo verso l’alto. I risultati sono stati ottenuti analizzando più di 37 anni di dati geochimici (composizione dei gas delle fumarole) e geofisici (deformazioni del suolo della caldera).

Non a caso il Tempio romano di Serapide (in realtà era un mercato pubblico) a Pozzuoli è considerato il simbolo di quel che può fare il bradisismo nei Campi Flegrei, dove il suolo si è abbassato fino a 10 metri. Ovviamente non dobbiamo pensare a un fenomeno rapido. Il bradisismo si manifesta gradualmente. Incrementi di temperatura e pressione dentro le rocce sotterranee favorisce il sollevamento dell’area, creando una sorta di «cupola» – come definita nel sito Web della Protezione civile -, con il suo centro nella città di Pozzuoli. Anche se non può essere considerato un sicuro segnale di imminente eruzione vulcanica, il bradisismo danneggia gli edifici, causando comprensibili disagi nei residenti.

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