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Giusy Versace, la vita da biamputata e l’operazione: «Ho due gambe finte ma non voglio tirare il freno a mano»

04 Ottobre 2023 - 06:51 Redazione
giusy versace disabilità ospedale
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La senatrice ricoverata al Gemelli: «Mi sono svegliata con una specie di arancia in un moncone»

La senatrice Giusy Versace ha perso le gambe in un incidente stradale nel 2005. All’epoca aveva 28 anni, oggi ne ha 46. È stata la prima atleta italiana a correre con la doppia amputazione. In Parlamento, dopo l’elezione con Azione-Italia Viva, ha creato un intergruppo per la disabilità. Su Instagram ha pubblicato delle foto che la ritraggono ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma. Cosa è successo? Lo spiega lei stessa in un’intervista al Corriere della Sera: «È successo tutto il 25 settembre. Mi sono svegliata con una specie di arancia in un moncone. È da agosto che mi dava problemi. Sono già stata operata ai monconi tre anni fa al Cto di Milano, perché purtroppo ho ancora schegge dall’incidente e ogni tanto si infiammano. Allora ho mandato una foto al mio medico e lui mi ha intimato di andare subito a fare una lastra».

La lastra e l’operazione

E ancora: «La mia eroica mamma è passata al volo nella mia casa romana a prendere qualche altra cosa e poi si è ricoverata con me. Mi hanno operata giovedì. Ieri (lunedì, ndr) mio fratello è venuto a prendermi e mi ha riportato a Milano. Mamma è qui ad aiutarmi: senza di lei non potrei fare niente». Poi rivela: «I medici mi hanno cazziata. Mi hanno detto che devo vivere part-time. Come si fa?». Adesso, dice, «sto cercando di fare di nuovo amicizia con la pazienza, quella vecchia amica che non vedevo da tanto. Mi ha commossa vedere tutti i messaggi di affetto che mi sono arrivati, non ho ancora finito di leggerli». E non sa quando si riprenderà: «Ho una bella ferita, non so quando potrò rimettere la protesi. Temo di doverla anche rifare. Forse tra un mese, un mese e mezzo». Fa sapere di essere «costretta! Devo imparare ad ascoltare di più il mio corpo. Però il freno a mano non posso promettere di tirarlo. La vita è troppo bella!».

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