Nuoro, ucciso dopo la festa di paese: il nipote 21enne confessa. L’ombra di una faida familiare

Si è consegnato stamattina ai carabinieri il giovane Antonello Piras. Si sospetta una faida familiare dietro i morti nel comune di Lula: lo zio era infatti accusato della morte del padre

Tutto potrebbe ricondursi a una faida familiare. Tre uomini, due fratelli e un figlio/nipote sarebbero i protagonisti delle morti nel paese di Lula (Nuoro). Questa mattina, dopo essersi consegnato ai carabinieri che lo cercavano da lunedì, Antonello Piras, 21 anni, ha confessato ai carabinieri della compagnia di Bitti di aver ucciso lo zio, Nico. Sarebbe stato lui quindi a uccidere l’uomo, un operaio di 42 anni, con due colpi di fucile all’addome nella notte tra domenica e lunedì. Nico Piras era stato ferito al centro del paese di Lula dopo la conclusione della festa delle Cortes Apertas. Gli inquirenti erano alla ricerca del 21enne da lunedì mattina, mentre Nico è morto martedì all’ospedale San Francesco di Nuoro per le ferite riportate. Gli investigatori, coordinati dal pm della procura di Nuoro Ireno Satta, sospettano che dietro all’omicidio ci sia una faida tra congiunti. Lo zio Nico era infatti a processo con la sua ex moglie Alice Flore (38 anni) per l’omicidio premeditato di Angelo Maria Piras, padre di Antonello, ucciso a colpi di fucile il 25 gennaio 2015. L’accusa di fronte alla corte d’assise d’appello di Cagliari sosteneva che Angelo fosse stato ucciso nella campagna di Lula per questioni di eredità. L’udienza che era prevista per oggi potrebbe quindi slittare. Mentre sempre in giornata il medico legale Matteo Nioi eseguirà l’autopsia sul corpo dell’operaio 42 enne. I funerali di Nico si svolgeranno domani, sabato 7 ottobre. Antonello questa mattina è stato accompagnato dalla madre Giampiera Calia, la sorella e dai suoi avvocati Francesco Mossa e Giovanni Angelo Colli. Ora si trova al carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Secondo le prime ricostruzioni e da quanto emerso in sede di interrogatorio, Antonello e Nico avrebbero avuto una discussione durante la manifestazione delle Cortes Apertas. La procura prosegue con le indagini.


La confessione: «Mi ha detto che avrei fatto la fine di mio padre»

«Stavo bevendo al chiosco, Nico Piras mi ha provocato e dileggiato. Mi sono allontanato e sono andato in un altro chiosco», ha raccontato il 21enne Antonello al pm e al maresciallo Giovanni Ciancilla, «lui mi ha seguito mostrandomi una pistola e dicendomi che mi avrebbe fatto fare la fine di mio padre». Il giovane non ci ha visto più: «Ho avuto paura di essere ucciso di lì a poco. Ho tirato fuori il fucile che avevo addosso e ho fatto fuoco». Con questa confessione gli investigatori hanno così potuto appurare che a uccidere l’operaio 42enne non erano stati dei colpi di pistola, come riportato precedentemente, bensì di fucile.


Credits photo: ANSA/MANUEL SCORDO I Lula

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