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Carpi, preside toglie il crocefisso dalle aule: «Siamo in una scuola, non in una chiesa». Scoppia la polemica

La lettera di alcuni professori: «Chiediamo motivazioni, provvedimento grave: rispetta la sensibilità di tutti?»

Torna l’annosa questione del crocefisso nelle aule. Questa volta a suscitare le polemiche è stato un provvedimento della dirigente scolastica della scuola media Focherini di Carpi (Modena), Federica Ansaloni. La preside dell’istituto comprensivo Carpi Nord, in occasione dell’estate e dei lavori di ristrutturazione e pittura dei locali, ha deciso di rimuovere i crocefissi presenti nelle aule: «Il crocifisso è un simbolo religioso. Qui siamo in una scuola, non in una chiesa», ha affermato. E su eventuali rimostranze, la dirigente ha dichiarato di essere aperta al dialogo: «Siamo una comunità scolastica. Se i docenti o i genitori dovessero manifestare la necessità di affrontare il tema, lo faremo in Collegio Docenti, ma ad oggi la questione non è ancora stata sollevata dai professori e dalle famiglie». Il problema è invece stato sollevato da alcuni docenti dell’istituto che hanno scritto una lettera ad Ansaloni. I firmatari si dicono sorpresi del provvedimento anche perché non è omogeneo tra i diversi plessi dell’istituto comprensivo: «Risulta che nei plessi delle elementari e materne, il personale docente e Ata, in alcuni casi, non ha dato seguito alla direttiva e in tali sedi tuttora i crocifissi sono in aula; mentre nella secondaria di primo grado e in altri plessi, se pur con perplessità, i crocifissi sono stati rimossi». Il punto però è un altro, i docenti infatti si chiedono se «questa sia veramente la strada giusta che rispetta pienamente la sensibilità e la libertà di coscienza di tutti; in tanti, un senso comune di ’perdita’, che non è solo religiosa, ma della nostra più profonda identità che quel simbolo rappresenta indiscutibilmente». Per questo chiedono alla preside «la motivazione che ha portato a questo provvedimento, che riteniamo grave, sia per il suo valore simbolico e sostanziale, sia da un punto vista della procedura, che non trova riscontro in nessuna attuale normativa scolastica». E ricordano, oltre a una direttiva del Miur del 2002, la sentenza 24414 delle Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione che si è espressa così al riguardo il 9 settembre 2021: «L’aula può accogliere la presenza del crocifisso quando la comunità scolastica interessata decida in autonomia di esporlo eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi». Non è quindi discriminatoria la sua esposizione, ma va concordata con tutto l’istituto. La Corte sanziona invece l’affissione obbligatoria, definendola incostituzionale. I firmatari della lettera concludono sperando in un ripensamento della dirigente.

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