Italia e Turchia ospiteranno gli Europei 2032: il via libera della Uefa

Roma e Istanbul avevano presentato una candidatura congiunta tre mesi fa

Italia e Turchia ospiteranno gli Europei di calcio 2032. I due Paesi avevano avanzato la candidatura congiunta – e unica, senza rivali – tre mesi fa, sottoscrivendo una lettera alla Uefa per presentarsi come organizzatori del torneo. E da Nyon è arrivato il via libera alla proposta e l’ufficialità, con il voto del Comitato esecutivo della Confederazione europea. Euro28 è stato invece assegnato a Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord e Irlanda, anche in questo caso candidate uniche. Non sono ancora usciti i dettagli sulla organizzazione dell’evento che avrà luogo tra 9 anni. I comitati organizzatori saranno distinti, e la gara di apertura e la finale dovrebbero svolgersi a Istanbul e Roma. La fase a gironi verrà disputata a metà tra i due Paesi. L’Italia ha messo a disposizione 10 impianti, cinque di questi potrebbero essere scelti per ospitare le partite. Le città candidate sono quelle di Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari.


Abodi: «Grande opportunità»

Per il ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi si tratta di una «grande opportunità» per l’Italia e le città coinvolte, e lo sarà anche prima dell’inizio del torneo: «Dovrà generare eredità positive ben prima di quell’appuntamento e non solo nelle città direttamente coinvolte nell’evento. Buon lavoro alla Figc, alla quale daremo tutto il nostro supporto per contribuire a organizzare questo affascinante avvenimento, del quale non sfuggono i positivi impatti che avrà dal punto di vista turistico, ma che ci auguriamo possa, prioritariamente, contribuire al miglioramento delle relazioni politiche a beneficio della pace». Abodi ha aggiunto: «Sarà importante da un lato, interpretare cosa sarà il calcio tra nove anni, in un mondo che cambia velocemente, e lavorare sodo e in modo costruttivo per il calcio di oggi, che deve porsi l’obiettivo, concreto e non rinviabile, di migliorare le infrastrutture, il modello di gestione e le modalità di relazione con appassionati e tifosi, a partire dalle giovani generazioni».


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