«Eravamo in tre. Io sono arrivato dopo perché dormivo. Ho visto il mio amico sopra di lei, che era incosciente. Il secondo ragazzo sdraiato sul divano, di fianco a loro, che li guardava. Quando il primo si è allontanato per andare in bagno, ho iniziato io». Sono queste le parole che si leggono nel verbale di uno dei giovani arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza di 20 anni di Torino. I fatti risalgono alla notte tra il 9 e il 10 ottobre scorsi e i presunti autori dello stupro sono tre ragazzi, tutti maggiorenni sui 20 anni. A chiamare i soccorsi è stata la vittima che ha poi deciso di denunciare in tutto sei persone per quella notte di violenza durata nove ore: da mezzanotte e mezza fino alle nove e mezza della mattina seguente.
Il racconto di uno degli accusati
Uno dei tre imputati ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee all’arrivo degli agenti in strada: «Sono io che l’ho portata giù e l’ho lasciata sul marciapiede», dice. «Sono arrivato al parco a mezzanotte e mezza, ero con tre amici. Con loro è arrivata una ragazza. Le abbiamo offerto molte birre. Le ho dato una pastiglia di ecstasy. Le abbiamo fatto fumare diversi spinelli di hashish. A mezzanotte e cinquanta abbiamo deciso di proseguire la serata da un amico. Abbiamo capito, già lungo il tragitto, che lei era totalmente intontita. Era molto fuori di sé per l’alcol e la droga che aveva preso». A quel punto il gruppo arriva nell’appartamento di uno dei sei indagati. «A casa abbiamo continuato tutti a bere fino alle sei di mattina, io e l’amico che aveva portato quella ragazza siamo andati poi a dormire nella camera che c’è di fronte alla cucina», prosegue. «Un’ora dopo mi sono svegliato perché ho sentito dei gemiti provenienti da là. Ho visto uno dei miei amici sopra quella ragazza. Lei era incosciente. Un altro stava sdraiato a fianco a loro e li guardava».
«Erano miei amici»
Mentre la violenza sessuale di gruppo continua a turno, la vittima riprende coscienza, e inizia a chiedere ai suoi carnefici di fermarsi. Uno di loro riferisce di averla portata giù dalle scale e di averla lasciata lì in lacrime. In quel momento, però, la polizia stava già arrivando. La 20enne conosceva i suoi aguzzini: erano suoi “amici”, compresa la ragazza del proprietario di casa. L’unico che aveva visto per la prima volta era proprio il ragazzo che poi l’ha buttata fuori casa lasciandola in lacrime sul marciapiede. La 20enne ha confermato che le avevano dato da bere diversi superalcolici e della droga pesante da assumere. «Sono andata al parco Dora perché erano dei miei amici. L’unico sconosciuto era quello, ma se era con loro perché non avrei dovuto fidarmi?», ha detto la vittima agli agenti.
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