Summit per la pace, Abu Mazen: «I palestinesi non lasceranno mai la loro terra». Al Sisi: «Due Stati, ora». Ed è lite sulla dichiarazione finale condivisa (che non c’è)

A chiusure del vertice solo con un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice. Bilaterale Abu Mazen – Meloni

Divergenze, intramontabili, tra occidente e oriente. Il summit per la pace del Cairo promosso dall’Egitto dopo i violenti scontri tra Hamas e Israele che si protraggono dal 7 ottobre, si è concluso senza dichiarazione finale condivisa da tutti i partecipanti, ma solo con un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice. Il motivo sono le divergenze fra le diplomazie del gruppo dei Paesi arabi con quello occidentale, spiega Sky News Arabia. «I rappresentanti occidentali – dicono le fonti di alto livello diplomatico all’emittente araba – volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per l’uccisione di migliaia di civili a Gaza o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l’ingresso di aiuti nella Striscia». «I palestinesi non lasceranno mai la loro terra, i palestinesi non lasceranno mai la loro terra», ha ripetuto due volte il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen in conclusione del suo intervento al summit nel quale è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Abu Mazen si è espresso duramente contro lo Stato ebraico: «I palestinesi affrontano l’aggressione e l’ostilità dell’esercito di Israele, che viola i principi della legge internazionale, mirando a ospedali, scuole, centri di rifugio per i civili, case». E ha denunciato «il pericolo di fare evacuare civili dalle case, dalla West Bank e da Gerusalemme, non l’accetteremo mai. Dal primo giorno abbiamo chiesto che sia fermata questa barbara aggressione e che ci sia l’apertura di corridori umanitari per consentire agli aiuti di entrare nella Striscia di Gaza, ma il governo di Israele non lo ha consentito». Il presidente palestinese non ha mancato di condannare «l’uccisione di civili da entrambe le parti» e invocare «il rilascio degli ostaggi da entrambe le parti». Dopo l’intervento, Abu Mazen si è riunito con Giorgia Meloni per un incontro bilaterale.


Al Sisi: «Il summit sia l’inizio dei lavori per la soluzione dei due Stati»

Nel frattempo, la maggioranza degli altri leader ha ribadito che la soluzione al conflitto debba essere quella dei due Stati, tra questi anche Meloni e il padrone di casa, il presidente dell’Egitto Abdel Fattah al Sisi. E proprio questo è l’obiettivo del vertice, ha spiegato il leader del Cairo, che intende porre le basi nel corso dell’incontro di oggi 21 ottobre. Al Sisi ha anche rinnovato il rifiuto dell’Egitto allo spostamento forzato dei palestinesi, condannando «con assoluta fermezza il prendere di mira, l’uccisione o l’intimidazione di tutti i civili». «Bisogna prevenire l’allargamento del conflitto che può mettere a rischio la stabilità della regione, ripartire il processo di pace. Serve il ritorno al tavolo di negoziazione per un cessate il fuoco e l’applicazione della soluzione di due Stati che convivono pacificamente fianco a fianco, nel rispetto del diritto internazionale».


Onu e Ue: «Proteggere civili e bambini»

Anche il capo del Consiglio presidenziale libico Mohamed al-Menfi ha avvertito delle «ripercussioni dello sfollamento forzato dei palestinesi» e quelle di «un’invasione di terra di Gaza». Presente al vertice anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che ha ribadito la necessità di «applicare il diritto internazionale ed evitare attacchi contro i civili, scuole e ospedali». Simile il messaggio del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel: «È necessario proteggere civili, bambini. Confermiamo il diritto di Israele a autodifendersi ma questo deve avvenire nella cornice del diritto internazionale».

(foto ANSA/EPA/EGYPTIAN PRESIDENTIAL OFFICE)

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