Scopre il video in cui il compagno la tradisce e lo invia agli amici: condannata a 5 mesi di carcere a Torino

Ma lei smentisce: era uno scherzo

Una donna di 50 anni residente a Torino è stata condannata a cinque mesi e cinque giorni di reclusione con il rito abbreviato per revenge porn. Perché ha scoperto sul cellulare dell’uomo che stava frequentando un video in cui faceva sesso con un’altra donna e l’ha inviato ad alcuni conoscenti. Non si sa se per ripicca o per chiedere conforto. La storia raccontata dall’edizione torinese di Repubblica finisce con la condanna della giudice dell’udienza preliminare Emanuela Accurso Tagano. Ma la donna replica: «Non eravamo fidanzati. Lui era un amico, che frequentavo. Ma non c’era ancora una relazione stabile. Lui mi era stato presentato da alcuni amici in comune. Uscivo con lui per conoscerlo e perché era nata un’amicizia. Speravo che fosse una persona perbene. Anche se sapevo che spesso beveva molto e questa cosa non mi faceva stare tranquilla».


I filmati

Poi ha trovato i video. «Quando li ho visti li ho mandati a pochissime persone di cui mi fido molto, perché avevo paura che lui avesse fatto la stessa cosa con me. Mi aveva colpito il fatto che quella povera donna ripresa nel video non era consenziente ad essere ripresa. Sembrava svenuta». La procura ha cercato per settimane di scoprire chi fosse la persona ritratta in quel filmato. Alla fine l’ha identificata, ma non è riuscita a trovarla. Così l’uomo è rimasto parte offesa nel procedimento. E racconta anche che «io ho preso il telefonino di lui perché lui non voleva restituirmi il mio. Una sera ci siamo visti e ho dimenticato il mio cellulare sulla sua auto. Gliel’ho richiesto ma lui non voleva ridarmelo. Diceva che era uno scherzo». Per questo è andata in piazza Sabotino e l’ha incontrato: «Quando mi è capitata l’occasione ho preso il suo cellulare, visto che non mi ridava il mio. A casa, con l’aiuto di mio figlio, lo abbiamo analizzato per capire a chi lui avesse dato il mio. Così ho visto i filmati intimi con l’amante».


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