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Il caporeparto con la maglia fascista, gli insulti razzisti agli operai. Le scuse non fermano lo sciopero, il caso nel Pisano

23 Ottobre 2023 - 18:03 Redazione
Tutto sarebbe iniziato con un litigio tra uno degli operai di origine senegalese e il caporeparto, pisano, nel corso del quale sarebbero volati insulti razzisti

Uno sciopero di otto ore è stato indetto dai dipendenti della Officine Ristori di Montecalvoli (Pisa), azienda che fa parte dell’indotto del gruppo Piaggio, a causa degli insulti che un caporeparto razzisti avrebbe rivolto sul luogo di lavoro a a diversi operai senegalesi. Mentre i dipendenti sono in presidio davanti alla ditta, il segretario della Uilm di Pisa Riccardo Bartoli ricostruisce la vicenda. Tutto sarebbe iniziato con un litigio tra uno degli operai del Paese africano e il caporeparto, pisano, nel corso del quale sarebbero volate parole di ingiuria razziale nei confronti del senegalese. Il caporeparto si sarebbe scagliato contro il senegalese, delegato sindacale, a causa dei ritmi di lavoro, considerati troppo bassi. Al che l’uomo avrebbe fatto notare di essere entro i tempi prestabiliti, scatenando la rabbia del capo. «Siete neri»; «non avete voglia di lavorare»; «cosa ci siete venuti a fare in Italia, ci rubate il lavoro e i soldi», cita Bartoli, spiegando che non si tratterebbe della prima volta.

Le scuse

Non pago, il giorno dopo il caporeparto si sarebbe presentato al lavoro indossando una maglietta con frasi palesemente inneggianti al fascismo, annunciando: «Sì, sono fascista». Nonostante i tentativi fatti dai colleghi, non ci sono foto dell’indumento. Al terzo giorno il caporeparto ha affisso sulla bacheca un messaggio di scuse, spiegando di essere stato «esasperato». Ma per il sindacato la frittata, ormai, è fatta. «Ha affisso un foglio nella bacheca dell’azienda e ha scritto di aver agito in quel modo perché portato all’esasperazione – ha raccontato ancora Bartoli –  Una risposta simile, però, è più grave perché ammette in toto quanto fatto prima». Ad ogni modo, continua il sindacalista «l’azienda non solo non ha mai mosso contestazioni ai lavoratori» presi di mira, ma non ha neppure «preso provvedimenti contro il dipendente». Il sindacato si aspettava una sospensione che non è arrivata. E per questo lo sciopero è stato indetto.

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