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Educazione sessuale a scuola, il 93,7% degli studenti vuole che diventi materia obbligatoria. Crescono i comportamenti a rischio

27 Ottobre 2023 - 14:39 Ygnazia Cigna
Il 62,5% degli intervistati si affida al coito interrotto come metodo contraccettivo

Gli studenti vogliono l’educazione alla sessualità e all’affettività come materia scolastica obbligatoria. È quanto fotografa una ricerca condotta da Skuola.net e Durex con EbiCo, una cooperativa sociale ONLUS riconosciuta come Spin-Off Accademico dell’Università di Firenze a cui hanno partecipato nel 2023 oltre 15mila giovani tra gli 11 e i 24 anni. La consapevolezza e le informazioni con cui ragazze e ragazzi approcciano alla sessualità risultano essere parziali, con conseguenze sui loro comportamenti e abitudini. Il 62,5% degli intervistati, infatti, dichiara di affidarsi al coito interrotto come metodo contraccettivo e oltre il 39,3% – nonché il 3,6% in più rispetto al 2022 – lo definisce (erroneamente) efficace contro gravidanze indesiderate o infezioni e malattie sessualmente trasmissibili. E le percentuali più alte si posizionano nella fascia d’età 11-13 anni.

L’educazione sessuale come materia scolastica

Il tema è particolarmente caldo. In politica qualcosa sembra smuoversi, ma a fatica. Ieri, 26 ottobre, deputati della maggioranza e dell’opposizione si sono scontrati in un duro botta e risposta sull’emendamento del Movimento 5 Stelle alla proposta di legge sulla violenza sessuale, che prevede di finanziare interventi a favore dell’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Per la Lega è «una porcheria», come dichiarato da Rossano Sasso, e «sinonimo di degrado pensare di insegnare l’educazione sessuale ai bambini». Una visione che si scontra con quella dell’opposizione, certa della necessità di offrire supporto e strumenti ai più giovani e alle loro famiglie sul tema. Stando a quanto emerge dai dati, il dialogo in famiglia e a scuola non è considerato un’opzione ancora consolidata da molti. Motivo per cui il 93,7% degli intervistati crede che l’educazione alla sessualità e all’affettività andrebbe inserita come materia nel curriculum scolastico.

L’imbarazzo di parlarne o chiedere aiuto

Il 38,7% degli intervistati afferma di aver avuto il primo rapporto sessuale tra i 17 e i 18 anni, in aumento rispetto al 2022 quando la fascia era 15-16 anni. Non manca, però, chi riferisce di aver avuto la sua prima esperienza prima dei 13 anni (11,6%). Un dato in crescita del 4,1% rispetto all’anno scorso. Il 45,3% degli intervistati dichiara di fare affidamento a Internet per chiarire i dubbi in ambito affettivo e sessuale. Tra questi il 31,6% lo fa perché ha imbarazzo a rivolgersi a qualcuno e il 18,8% perché non saprebbe proprio a chi far riferimento. Coloro che parlano con i genitori sono solo il 9,3%, con percentuali in calo negli ultimi tre anni. Il 5,9% chiama il medico, il 12% gli amici. I motivi? «Imbarazzo e vergogna».

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