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Gaza, i consigli dell’ex capo della Cia Petraeus a Israele: «Eviti gli errori Usa in Iraq, annunci subito un piano per il dopoguerra»

29 Ottobre 2023 - 16:16 Diego Messini
Il generale Usa ospite di Monica Magioni a «In Mezz'Ora» condivide le preoccupazioni per il day after dell'operazione di terra: «Israele amministri direttamente la Striscia»

Qual è il piano esatto di Israele? Non tanto per l’offensiva militare ormai pienamente lanciata nella Striscia di Gaza, il cui obiettivo cardine, al netto delle limitate notizie che arrivano dal terreno, è piuttosto chiaro: debellare Hamas, tanto nei suoi uomini chiave quanto nelle infrastrutture più insidiose, comprese le postazioni lanciarazzi e il sofisticato sistema di tunnel sotterranei. Ma qual è il piano di Israele per il dopo-conflitto? È la domanda che già si pongono osservatori, analisti ed esperti del circuito politico-militare. Ammesso e non concesso che lo Stato ebraico consegua in altre parole l’obiettivo della sua operazione militare, che farà il giorno dopo, con il suo esercito a quel punto in controllo della Striscia? E che ne sarà degli oltre 2 milioni di palestinesi che abitano quella stretta lingua di terra? Domande ineludibili, le cui risposte sul fronte del governo israeliano sin qui restano avvolte nel mistero. A provare a colmare il vuoto ha pensato oggi uno dei più famosi comandanti dell’esercito americano degli ultimi decenni, il generale ed ex capo della Cia David Petraeus. Collegato con la trasmissione di Monica Maggioni In Mezz’Ora su Rai 3, Petraeus ha messo proprio questo tema al centro della sua analisi: «Se c’è una cosa che noi americani abbiamo imparato a nostre spese dalla guerra in Iraq, è che i nostri piani d’azione per il post-presa di Baghdad non erano all’altezza», ha riflettuto Petraues, che nel 2007 fu responsabile del cosiddetto surge per riportare ordine nel Paese mediorientale, piagato da continui attentati a quattro anni dalla «vittoria» americana su Saddam Hussein.

Un piano chiaro per i palestinesi

«La fase post-conflitto è cruciale, ne ho parlato negli scorsi giorni in conversazioni pubbliche e private con gli israeliani. Sono sicuro che c’è qualcuno (nei vertici di Israele, ndr) che ha in mente un piano, ma sarebbe essenziale annunciare da subito quale sia». Per essere chiari, ha ragionato l’ex capo della Cia, «è evidente che ora Israele ha la necessità di “ripulire” tutto il territorio infestato dagli islamisti, come facemmo noi con l’Isis. Ma dopo aver terminato quel lavoro non te ne puoi andare: ci dev’essere una visione su come garantire le necessità di vita dei palestinesi». Ecco quel che dovrebbe succedere secondo Petraues: «Israele stesso dovrebbe prendersi cura delle loro esigenze cruciali dopo la guerra, dovrebbe quindi annunciare fin d’ora che si occuperò di amministrare per lo meno per un periodo di tempo la Striscia di Gaza subito dopo la fine dell’intervento, provvedendo alle esigenza della popolazione». E questo anche per “motivare” la popolazione stessa della Striscia: «I palestinesi devono avere una visione che li incoraggi a uscire da questa situazione e liberarsi da Hamas, che porta la responsabilità di ciò che sta accadendo con la strage del 7 ottobre». Proprio ciò di cui c’è bisogno, ha concordato dallo studio Monica Maggioni, ugualmente preoccupata dell’assenza di un orizzonte chiaro per il “dopo”: «L’operazione non può avere successo se no c’è un’idea di lungo periodo per i palestinesi».

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