Roma, la versione del compagno della proprietaria del rottweiler precipitato dal terzo piano: «Cody non ha toccato la donna incinta»

«Il cane è finito direttamente sull’asfalto, lei per lo spavento ha indietreggiato ed è caduta a terra battendo la testa», ha detto il fidanzato di Emilia Pawlak

Per il compagno della proprietaria del rottweiller, precipitato dal terzo piano di una palazzina nel centro di Roma in testa a una 28enne, «Cody (il nome del cane, ndr) non ha toccato la donna incinta», racconta a Fanpage. A quattro giorni dal fatto, Gabriele – questo il nome del fidanzato di Emilia Pawlak, la padrona dell’animale che rischia l’accusa per lesioni colpose – fornisce una nuova versione della dinamica dell’incidente in cui l’animale ha perso la vita e la ragazza è rimasta ferita e si trova ora in osservazione nel reparto di Terapia Intensiva del Policlinico Umberto I. «Il cane è finito direttamente sull’asfalto, lei per lo spavento ha indietreggiato ed è caduta a terra battendo la testa», spiega, sottolineando di aver parlato con vari testimoni oculari il giorno seguente. Tra i quali, continua l’uomo, «una persona che al momento dell’accaduto era accanto alla signora: ha detto che il cane non l’ha nemmeno sfiorata, ma che lei per paura vedendolo cadere si è lanciata all’indietro e ha sbattuto la testa». Per Gabriele, infatti, «un cane di cinquanta chili che cade da un’altezza di tredici metri se colpisce una persona la schiaccia. Il leggero trauma riportato non è compatibile con un peso da una tale altezza. Inoltre dalle foto scattate si vede chiaramente che sono distanti tre quattro metri. Si sta montando un clamore inutile», dice.


Al momento, lui e la sua compagna, però, non sanno darsi una spiegazione sul perché il cane sia precipitato dalla finestra dell’appartamento in Via Frattina. «Era aperta – spiega – ma è alta e la mia compagna stava in casa. Forse è stato attirato da qualcosa, era un cucciolo di undici mesi, probabilmente ha visto un uccello oppure avrà creduto che qualcuno lo stesse chiamando. È stata una disgrazia imprevedibile», afferma Gabriele. Sul tardivo intervento dei soccorsi racconta: «Ci hanno detto che un’ambulanza veterinaria era già per strada scortata da una macchina dei vigili e che sarebbe arrivata in pochi minuti. Mi sono detto va bene, farà sicuramente prima di me, aspettarla è la scelta migliore, perché sarà pure attrezzata per prestargli cure immediate. Mi sono fidato. Codi non è morto sul colpo, ma è rimasto a terra agonizzante, e non è vero neanche che ce ne siamo fregati, perché vederlo lì ed essere completamente impotenti ci ha distrutti, è un dolore indescrivibile. Questo solo chi ha un animale domestico lo può capire», conclude.


Leggi anche: