Cin, Ivie, tagli ai bonus: tutte le nuove tasse sulla casa nella Legge di Bilancio

Aumenta il carico fiscale sull’immobiliare. Nel mirino affitti brevi, case ristrutturate e abitazioni all’estero

Un Codice Identificativo Nazionale (Cin) per gli affitti brevi. E cedolare al 26% su più strutture. E, più in generale, una stretta del carico fiscale sulla casa. Tra cui la tassa sulla vendita delle seconde abitazioni ristrutturate con il Superbonus. Mentre il fisco incrocerà i dati delle ristrutturazioni con quelli del Catasto. Per verificare che siano state effettuate le variazioni previste per legge. E poi: addio ancora al sussidio al 110% per villette e unifamiliari. E taglio al 70% per i condomini. Senza proroga per i lavori in corso. Via anche il bonus case green, lo sconto del 50% sull’Iva degli acquisti delle case in classe A o B. Mentre il tetto di spesa per il bonus mobili scende da 8 a 5 mila euro.


Il Codice Identificativo Nazionale

Il Cin verrà attribuito ad ogni appartamento affittato a turisti. Nelle intenzioni del governo dovrebbe impedire gli affitti in nero, o renderli più difficili. Come funzionerà? Le piattaforme come Airbnb e Booking dovranno rifiutare la pubblicazione di annunci di affitti per le case sprovviste di Cin. Per il meccanismo completo bisognerà attendere un emendamento dell’esecutivo alla Legge di Bilancio. Si tratta di una novità a livello nazionale, ma molte regioni avevano già introdotto un meccanismo simile. Oggi ad usarlo, per la lotta all’evasione, è la Grecia. Poi ci sono le tasse. Fino ad oggi, gli affitti turistici o “brevi” – sotto i 30 giorni – erano sottoposti a una cedolare secca pari al 21% di quanto incassato dal proprietario. È la stessa cedolare secca che il proprietario paga per gli affitti residenziali (4 anni più 4).


La cedolare secca per più appartamenti

Ora la legge di bilancio alza la cedolare secca dal 21 fino al 26% per chi ha in affitto più di un appartamento. L’ultima versione recita: «L’aliquota è innalzata al 26% in caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento». Oltre la quinta abilitazione poi scatta l’obbligo di aprire una Partita Iva. La cedolare la incasseranno le piattaforme, che poi la gireranno allo Stato. Ma le sentenze italiane ed europee attualmente esonerano le piattaforme dall’obbligo di avere un rappresentate fiscale in Italia. Confermando però che debbono incassare la cedolare. Il governo pensa che così andrà tutto a posto. Poi ci sono le tasse. Il Sole 24 Ore spiega che chi ha ristrutturato una seconda casa, in caso di vendita entro dieci anni dai lavori, vedrà formarsi una plusvalenza, tassata al 26%, nel suo reddito.

La base imponibile

Il calcolo della base imponibile da tassare è sfavorevole. Per i primi cinque anni, i costi di ristrutturazione non potranno essere dedotti (come era finora) dalla plusvalenza. Per i cinque anni successivi saranno deducibili al 50 per cento. E quindi, spiega il quotidiano, da gennaio il carico fiscale su queste vendite aumenta in modo esponenziale. Dalla stretta sono esclusi gli immobili ereditati. Viene poi innalzata da marzo 2024 di tre punti la ritenuta che banche e poste trattengono al momento dell’accredito dei bonifici dai clienti ai fornitori per le detrazioni. In questo modo le imprese edili avranno meno liquidità. Cresce poi il carico fiscale sugli immobili detenuti all’estero, con la cosiddetta Ivie. Il Ddl di bilancio prevede infatti che l’aliquota di questa imposta, una sorta di Imu, passi dal 7,6 per mille al 10,6 per mille.

Leggi anche: