Roma, il prof del tema sull’apartheid in Israele: «Lo studente è scosso? Anche io, è in corso un genocidio»

Sul comportamento del docente indagano la preside del Liceo Righi e l’Ufficio scolastico regionale

Non si placano le polemiche sul professore di storia e filosofia del liceo scientifico Righi di Roma, accusato di fare propaganda contro Israele durante le sue lezioni. Nei giorni scorsi il docente aveva chiesto ai propri alunni di svolgere un tema sulle «ragioni di Israele». Mettendosi nei panni di un compagno italo-israeliano. A sollevare il caso sono stati i genitori del ragazzo coinvolto, di origine ebraica. Ma oggi è il professore a spiegare la propria scelta e difendere i metodi di insegnamento adottati: «Non c’è stato alcun tentativo di danneggiare o attaccare il giovane per la sua posizione», spiega oggi a Repubblica Roma. «Non ho scritto niente di diverso rispetto a quanto ha detto lui ai suoi compagni», aggiunge. Le polemiche però non accennano a placarsi e la dirigente scolastica ora sta indagando per verificare se il professore abbia violato il codice di condotta dell’istituto.


Il compito della scuola

«Il compito della scuola non è prendere le parti di qualcuno, ma offrire strumenti per farsi una propria idea e non fare propaganda», precisa Cinzia Giacomobono, preside del liceo Righi. Oltre all’indagine interna della scuola si è mosso anche l’Ufficio scolastico regionale, che ha chiesto al docente di preparare una relazione su quanto accaduto in classe il 13 ottobre scorso. Il professore però rivendica la sua «libertà di insegnamento», ribadendo che secondo lui il problema di fondo della recente escalation militare in Medio Oriente resta «l’occupazione di Israele, che si comporta da potenza colonizzatrice». E anche di fronte alle difficoltà del ragazzo, messo alla berlina davanti ai compagni di classe, il docente non sembra avere particolari rimorsi: «Si sente scosso? Anche io, perché c’è un genocidio in atto».


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