Ama Roma, la corsa dei giovani al posto di netturbino: 2.550 candidati tra gli under 30

C’è anche chi vuole lavorare per la municipalizzata mentre prosegue gli studi

Il 16 ottobre si è chiuso il bando dell’Ama per assumere 100 posti da addetto allo spazzamento e raccolta rifiuti rivolto agli under 30. E dalle candidature emerge un quadro inaspettato: moltissimi giovani sembrano infatti ambire a un posto da spazzino, con un contratto da apprendista, livello B2. Su 2550 domande pervenute, l’età media dei candidati risulta essere 24 anni, molti con una buona conoscenza della lingua inglese. Decisiva dal momento che bisognerà lavorare anche nei quadranti del centro storico romano, e dunque avere a che fare con i turisti. Ne parla Repubblica, che elenca anche i compiti previsti: i spazzamento manuale intorno ai cassonetti, pulizia dei cestini, raccolta delle foglie e – non da ultimo – pulizia di tombini e caditoie.


«Un cambiamento positivo»

Ma i neo-assunti dovranno anche e guidare camioncini e squaletti, e in futuro avranno in dotazione i palmari per informare i residenti sul corretto conferimento nei cassonetti. Mansioni da svolgere in 6 giorni alla settimana per un totale di 38 ore, da spalmare in turni sia diurni che notturni. Secondo Maurizio Marchini presidente dell’associazione Lila (un gruppo di lavoratori interni ad Ama da tempo attivo nel narrare il sistema di raccolta romano e le sue falle), «i nuovi ragazzi hanno più forza e sono in grado di rimuovere i rifiuti dal suolo intorno i cassonetti in meno di 48 ore. È chiaro che la situazione migliora rispetto al passato quando c’erano migliaia di operatori esonerati dal sollevare i pesi da terra».


«Coltivare i sogni lavorando per AMA»

«La tendenza sta cambiando in positivo anche perché i nuovi operatori ecologici stanno rimuovendo molti rifiuti anche ingombranti dal suolo – conclude Marchini – ma dobbiamo anche dire che gli anziani non potevano farlo perché avevano le schiene rotte da anni di lavoro usurante». Sulle pagine di Repubblica viene raccontato anche un caso emblematico: quello di Susanna Biciocchi, 22 anni, al quarto anno del corso di laurea in lingua inglese in Farmacia all’Università Tor Vergata, che da agosto lavora come operatrice ecologica di Ama. Biciocchi spiega che «si può fare qualcosa per la città anche pulendo le strade»: «Rimango perché a Roma si possono coltivare i sogni anche facendo l’operatrice ecologica». In effetti lei è riuscita a combinare questa missione alla sua aspirazione: «quella di fare ricerche di laboratorio, giocare con le molecole e gli elementi chimici. Ma con questo lavoro mi sono accorta che posso applicarlo alla realtà grazie al settore dei rifiuti».

I problemi di Roma

Tuttavia, riconosce, «quello di operatore ecologico è un lavoro complesso e molto diverso rispetto a come si immagina dall’esterno. È un lavoro molto manuale, quasi artigianale ed è riduttivo dire che raccogliamo solo rifiuti: ci occupiamo anche del verde, spesso siamo chiamati come squadre di pronto intervento e puliamo anche i tombini». Roma, nello specifico, ha diverse criticità: innanzitutto, «è una città troppo estesa che ha tantissimo verde e cose di cui occuparsi. Spesso dobbiamo tornare più volte nelle stesse zone per fare la manutenzione sui cespugli o sui tombini, non solo nel centro storico ma anche in quartieri come Garbatella dove c’è moltissima erba».

I cassonetti

Un altro problema sono «i rifiuti intorno ai cassonetti: cerchiamo di fare il possibile. E poi i rifiuti ingombranti gettati per strada come frigoriferi, divani, mobili. In questo periodo stiamo andando spesso nel quadrante dei Ponti, vicino al centro commerciale Maximo: in questo periodo ci sono molti materiali di legno per strada». Come si potrebbe contribuire al miglioramento delle condizioni nelle strade della Capitale? Secondo Biciocchi, aumentando «la differenziata e il porta a porta: aiuterebbe anche l’ambiente. Ma per questo serve più collaborazione con i cittadini per aiutarli a conferire meglio e in maniera più adeguata i rifiuti nei cassonetti».

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