Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del milite ignoto del Vittoriano a Roma, per celebrare la Festa dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, «espressione del popolo che volle, col plebiscito, l’Italia unita». La festa infatti marca l’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, quando la resa dell’impero austroungarico permise l’annessione di Trento e Trieste al Paese. Il capo dello Stato, accompagnato al monumento del ministro della Difesa Guido Crosetto e – tra gli altri – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana e i vertici di Forze armate e di Polizia, ha passato in rassegna i reparti schierati in Piazza Venezia. «La storia delle Forze Armate si intreccia indissolubilmente con la volontà del popolo italiano. L’Italia poté contare, all’inizio della costruzione dello Stato unitario, sull’intervento dei militari dei vari Stati della penisola, opera continuata poi, durante la Prima guerra mondiale, nella lotta per l’integrità del Paese, simboleggiata dalla resistenza sul Piave», ha dichiarato Mattarella.
La cerimonia
«Infine – ha aggiunto Mattarella alla cerimonia durante la quale hanno sfilato le Frecce Tricolori – quando, dopo l’8 settembre 1943, la indipendenza del Paese fu a rischio, furono le Forze Armate e il popolo italiano, uniti nella Guerra di Liberazione, a permettere il riscatto della Patria. L’Esercito Italiano, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza sorreggono la salvaguardia delle nostre libere istituzioni e la vocazione dell’Italia a vivere in pace, offrendo una risposta di concordia e affidabilità nella difesa dei diritti di ogni cittadino. Il contesto internazionale nel quale la Repubblica dispiega la sua azione rende più che mai prezioso il loro apporto», ha aggiunto ancora il capo dello Stato, diretto a Cagliari dopo la cerimonia di Roma. «La Repubblica vi è grata. A tutti voi e alle vostre famiglie rivolgo un caloroso saluto. Viva le Forze Armate, viva l’Italia!», ha concluso Mattarella.
Crosetto: «Un mondo sempre più grande e terribile»
È intervenuto anche Crosetto: «Provo una profonda emozione nel rivolgermi, in un giorno come questo, a voi, donne e uomini in uniforme, che garantite la nostra sicurezza operando in ogni angolo del Paese e in numerose aree e zone, teatri e Paesi difficili del mondo. Un mondo sempre più grande e terribile, come dimostrano le tante, troppe, guerre in corso, ma in cui la presenza e la capacità di portare pace e sicurezza dei nostri militari – di terra, di cielo e di mare – è, sempre, ove possibile, fattore di stabilità, di ricomposizione dei conflitti, di costruzione di spazi, per creare il dialogo e perseguire la pace», ha dichiarato il ministro rivolgendosi alle forze armate. «I nostri soldati, i nostri marinai, i nostri aviatori, i nostri carabinieri, le nostre forze di polizia cercano caparbiamente di riconoscere, in mezzo all’Inferno, ciò che non lo è, e sanno dargli spazio»
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