In Evidenza ENISiriaUSA
FACT-CHECKINGDisinformazioneGazaInformazioneIsraeleMedio OrientePalestinaSocial media

No! Questo non è il giornalista Ephraim Mordechai, è il maggiore dell’esercito israeliano Roni Kaplan

08 Novembre 2023 - 12:08 Antonio Di Noto
Kaplan è uruguaiano e gestisce le comunicazioni social in spagnolo dell'esercito israeliano

Non si arresta il grande numero di notizie false che circolano in merito al conflitto tra Hamas e Israele: ad esserne vittima, in questo caso, è il maggiore dell’esercito israeliano Roni Kaplan, che sui social viene identificato come il presunto giornalista israeliano Ephraim Mordechai, arrestato per aver mostrato le salme dei soldati di Israele periti in battaglia tenute negli ospedali anziché rimandate alle rispettive famiglie. Del giornalista non c’è traccia, ma è certo che quello mostrato nei post è Roni Kaplan, maggiore uruguaiano dell’IDF e portavoce per quanto riguarda le comunicazioni social in lingua spagnola. Per questa e altre verifiche vi suggeriamo i due speciali “Le bufale della propaganda pro Israele” e “Le bufale della propaganda pro Palestina“.

Per chi ha fretta:

  • Secondo numerosi post sui social, il presunto giornalista Ephraim Mordechai sarebbe stato arrestato in Israele per aver mostrato i corpi dei «soldati morti tenuti in ospedale anziché essere rimandati alle proprie famiglie».
  • Il giornalista Ephraim Mordechai non appare sul web da nessuna parte.
  • Quello mostrato è il maggiore dell’esercito israeliano Roni Kaplan.
  • Kaplan è uruguaiano e gestisce le comunicazioni social in spagnolo dell’esercito israeliano.
  • Nel video sta mostrando civili morti negli attacchi di Hamas, tenuti nei container frigoriferi.

Analisi

Diversi utenti sostengono che il presunto giornalista israeliano Ephraim Mordechai sia stato arrestato dopo aver dichiarato di aver visto decine di corpi di soldati israeliani che sarebbero stati tenuti in ospedale anziché riconsegnati alle rispettive famiglie. Il video viene usato per criticare Israele, definito «il regime sionista». Circola anche su Telegram e in versione inglese sui social. Questa la descrizione di numerosi post su Facebook, sempre più virali nelle ultime ore:

«È stato arrestato Ephraim Mordechai, noto giornalista israeliano. L’arresto è scattato dopo che lo stesso ha dichiarato di aver visto corpi di soldati israeliani in ospedale non consegnati alle famiglie. Il giornalista ha anche rivelato le statistiche delle vittime dell’esercito israeliano. Come risultato è stato arrestato dal regime sionista. Nonché dall’unica “grande democrazia del Medio Oriente”».

Il maggiore israeliano Roni Kaplan

Del presunto giornalista Ephraim Mordechai non si trova riscontro su Internet. Quello che si trova, invece, è il profilo di Roni Kaplan, maggiore uruguaiano dell’esercito israeliano che gestisce alcuni canali di comunicazione delle IDF in lingua spagnola. Ed è il maggiore Roni Kaplan ad apparire nel video, pubblicato sul suo profilo X lo scorso 23 ottobre, con questa descrizione: «Kibbutz e intere città dentro container pieni di cadaveri. Persone che hanno trasformato il deserto in campi fiorenti, esperti nella lotta alla desertificazione, così importante per un mondo che tra 20-30 anni avrà 1,5 miliardi di persone in più. Così sono stati assassinati nel giorno di #Hamas, arrestando gli ebrei». Nonostante il diverso gradi di ingrandimento e di qualità, si nota che si tratta della stessa clip.

Conclusioni

Secondo numerosi post sui social, il presunto giornalista Ephraim Mordechai sarebbe stato arrestato in Israele per aver mostrato i corpi dei «soldati morti tenuti in ospedale anziché essere rimandati alle proprie famiglie». Il giornalista Ephraim Mordechai non appare sul web da nessuna parte. Quello mostrato è il maggiore dell’esercito israeliano Roni Kaplan. Kaplan è uruguaiano e gestisce le comunicazioni social in spagnolo dell’esercito israeliano. Nel video sta mostrando civili morti negli attacchi di Hamas, tenuti nei container frigoriferi.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti