Divorzio Azione-Italia Viva, arriva la deroga anche alla Camera: finisce l’avventura del Terzo polo

Nessun rilievo della Giunta per il regolamento impedisce la scissione dei gruppi (come anticipato da Open): adesso manca solo l’autorizzazione dell’Ufficio di presidenza

È finita. Tanto travagliata quanto breve, l’alleanza tra Azione e Italia Viva vede sfilacciarsi l’ultimo vincolo formale che teneva uniti i due partiti. Il gruppo alla Camera potrà scindersi, o meglio, i nove parlamentari renziani riceveranno la deroga per costituire un gruppo ex novo, nonostante non raggiungano la soglia minima dei 20 deputati, e i 12 onorevoli di Azione resteranno nel gruppo attuale, anch’essi sotto la soglia. Manca l’autorizzazione finale dell’Ufficio di presidenza e, dopo, i calendiani potranno cambiare nome al gruppo attuale, stralciando dalla denominazione Azione – Italia Viva – Renew Europe la dicitura del partito di Matteo Renzi. Come anticipato da Open, la Giunta per il regolamento di oggi, 15 novembre, non ha rilevato nulla che potesse impedire la creazione di un nuovo gruppo di Italia Viva e, contemporaneamente, la sopravvivenza del gruppo attuale, con i soli deputati di Carlo Calenda. Anche perché, a differenza del Senato, a Montecitorio il divorzio non prevedeva problematicità sotto l’aspetto economico: mentre a Palazzo Madama le risorse economiche fornite per gli eletti vengono erogate al gruppo, alla Camera seguono il singolo deputato.


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