Kimberly Bonvissuto è in Italia e sta bene. Il caso della giovane di Busto Arsizio è un «allontanamento volontario»

La nota del procuratore Carlo Nocerino

È in Italia e sta bene Kimberly Bonvissuto, la 20enne scomparsa da Busto Arsizio, provincia di Varese, lunedì scorso. «All’esito delle indagini finora svolte e sulla base degli elementi verificati l’allontanamento di Kimberly è da ritenersi volontario e non causato da intimidazioni o minacce. Per quanto constatato, almeno sino a qualche giorno fa, la ragazza è in territorio italiano e in buone condizioni di salute. La famiglia è stata informata di questi attuali sviluppi», ha dichiarato in una nota il procuratore di Busto Arsizio, Carlo Nocerino. Secondo gli investigatori, si tratterebbe di una fuga d’amore della 20enne con una persona conosciuta nell’ambito della cerchia di amici e familiari. Il telefono di lei è sempre rimasto spento ma i carabinieri sarebbero riusciti a ricostruire tutto il tragitto di Kimberly Bonvissuto il giorno della scomparsa.


La vicenda

La giovane aveva raccontato ai genitori che sarebbe uscita con la cugina, ma non era vero. La 25enne abita con la madre Graziana Tuccio, la nonna e sorella di otto anni. Il padre Mariano Bonvissuto è arrivato da Gela. La figlia ha salutato la madre poco dopo le 4 del pomeriggio dicendole che sarebbe uscita con la cugina. Poi l’ha chiamata al telefono per farle sapere che sarebbe rimasta fuori per cena. Con sé aveva telefono e caricabatterie. Da quel momento però il telefono è spento. La procura di Busto Arsizio aveva aperto un fascicolo di indagine nei confronti di ignoti. Gli agenti hanno visionato le immagini delle telecamere e il computer e il tablet di Kimberly. Ora arriva una buona notizia. Il caso era diventato nazionale dopo l’appello dei genitori. Il padre, qualche ora dopo la scomparsa aveva dichiarato: «Non voglio che quello che è successo nei giorni scorsi a Giulia Cecchettin accada anche a mia figlia».


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