Israele: «Non vogliamo spostare la popolazione di Gaza fuori dalla Striscia»

Il numero di soldati di Israele morti supera quota 100. Le critiche dell’Iran agli Usa per il veto sul cessate-il-fuoco

Lo Stato di Israele non ha piani per spostare la popolazione di Gaza fuori dalla Striscia. Lo ha ribadito oggi Eylon Levy, portavoce del premier Benjamin Netanyahu. Ad accusare Israele era stato il ministro degli Esteri della Giordania Ayman Safadi a Doha. Levy ha bollato le accuse come false. Intanto l’esercito di Israele ha annunciato la morte di altri 4 soldati: 3 morti in combattimento a sud di Gaza e il quarto in un incidenti stradali. Con questi decessi il numero di soldati morti dal 7 ottobre arriva a quota 101. Intanto la Mezzaluna Rossa palestinese fa sapere che diversi raid aerei sono stati lanciati stamattina vicino all’ospedale Al-Amal. Secondo il ministero della Sanità controllato da Hamas sono 18 mila i palestinesi uccisi dall’inizio delle rappresaglie.


Le critiche dell’Iran agli Usa

Intanto il presidente dell’Iran Ebrahim Raisi ha criticato gli Stati Uniti per il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedeva il cessate il fuoco sulla Striscia: «Mentre il mondo chiede una fine ai crimini di guerra dei sionisti in Palestina, il veto posto dagli Usa alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul cessate il fuoco prova che (gli Stati Uniti) sono la radice di questa guerra e di questi crimini», ha scritto Raisi su X. Il governo di Washington «è il principale sostenitore del massacro di donne e bambini innocenti a Gaza», ha aggiunto. L’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha detto che gli Usa «sfortunatamente hanno posto il veto all’Onu sulla proposta di tregua: ora dobbiamo concordare almeno delle pause per far sì che entrino gli aiuti umanitari a Gaza».


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