Con l’apertura del valico di Kerem Shalom, per la prima volta dal 7 ottobre oggi sono entrati a Gaza direttamente dallo Stato ebraico aiuti umanitari delle Nazioni Unite. Ad annunciarlo è stato il premier Benjamin Netanyahu, dando seguito a una richiesta fatta esplicitamente nei giorni scorsi dagli Usa. Prima di oggi, il valico era utilizzato solo come centro di ispezione per i mezzi che venivano dal valico più a sud di Rafah, tra l’Egitto e Gaza, e dove dovevano ritornare con un forte dispendio di tempo. Il movimento delle persone e degli aiuti in entrata e in uscita da Gaza era consentito solo attraverso il valico di Rafah. Con l’apertura del Kerem Shalom si presume che aumenteranno gli aiuti. Al contempo, continuano incessanti anche i bombardamenti sulla Striscia. Questa mattina un attacco aereo «ha ucciso almeno 24 persone» a Jabalaya, nel nord del territorio controllato da Hamas. È quanto riferisce il ministero della Sanità di Gaza. I feriti sarebbeo una novantina. Si teme che sotto le macerie ci siano anche altri corpi.
Ucciso un dipendente francese
Cresce la pressione su Israele per un cessate il fuoco. A unirsi al coro di appelli ora è formalmente anche la Francia. La ministra degli Esteri Catherine Colonna, in visita in Israele e Cisgiordania, ha dichiarato che ritiene «necessaria una tregua immediata» al fine di «ottenere la liberazione degli ostaggi». L’appello arriva dopo la richiesta della Francia di spiegare l’attacco aereo che ha ucciso, tra i tanti civili, anche un membro del personale del ministero degli Esteri di Parigi. «Chiediamo alle autorità israeliane di far luce sulla questione e sulle circostanze di questo bombardamento il più rapidamente possibile», dichiara Colonna. Che nel corso di una visita a Ramallah ha ribadito la sua ferma condanna delle violenze dei coloni israeliani in Cisgiordania, dichiarando che queste «minano le prospettive di una situazione politica e indeboliscono l’Autorità Palestinese».
L’appello di Uk e Germania
All’appello della Francia si uniscono, ma con toni diversi, anche Gran Bretagna e Germania. I rispettivi ministri degli Esteri David Cameron e Annalena Baerbock, chiedono si operi per un «cessate il fuoco sostenibile» a Gaza. «Dobbiamo fare tutto il possibile per aprire la strada a un cessate il fuoco sostenibile, che porti a una pace sostenibile. Prima arriva, meglio è: la necessità è urgente», scrivono i due in un articolo congiunto sulle pagine del Sunday Times. Come a dire che le ostilità dovranno essere interrotte al più presto, ma quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno per Israele. Secondo i due ministri, infatti, un cessate il fuoco immediato non è ad oggi una via percorribile perché «ignora il motivo per cui Israele è costretto a difendersi»
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