Gaza, il tragico errore dell’esercito israeliano: «Uccisi per sbaglio tre ostaggi» – Chi erano

Al Jazeera ha denunciato la morte del giornalista Samer Abudaqa, ucciso durante un attacco nella Striscia a Khan Younis

L’esercito israeliano ha ucciso «per un tragico errore» tre ostaggi durante i combattimenti a Shujaia, nel centro della Striscia di Gaza. A darne notizia è il portavoce militare Daniel Hagari. L’annuncio ha creato forti proteste a Tel Aviv, dove centinaia di persone sono scese in piazza occupando le arterie principali della città e scandendo slogan affinché il governo Netanyahu trovi al più presto un accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi ancora prigionieri nella Striscia. Stando alla versione fornita dall’esercito di Tel Aviv, i soldati israeliani hanno scambiato i prigionieri per sospetti terroristi e hanno sparato. Probabilmente, ha ipotizzato Hagari, i tre si erano appena liberati oppure sono rimasti incustoditi durante i combattimenti in città. Il portavoce ha precisato che l’esercito si assume la piena responsabilità per quanto accaduto. «Durante combattimenti – ha detto Hagari – un’unità dell’esercito ha identificato per errore tre israeliani come una minaccia. L’unità ha aperto il fuoco in loro direzione ed essi sono rimasti uccisi. Subito si è creato un sospetto». Stando alla versione del portavoce militare, Hamas avrebbe inviato contro i soldati israeliani alcuni terroristi suicidi, che sembravano disarmati. Secondo la televisione pubblica Kan, è possibile che dopo 70 giorni di prigionia i tre ostaggi israeliani indossassero capi di abbigliamento palestinesi. Sempre nella giornata di oggi, venerdì 15 dicembre, l’esercito israeliano ha annunciato di aver recuperato e portato in salvo i corpi senza vita di altri due soldati che erano stati rapiti lo scorso 7 ottobre. Stando alle informazioni fornite dal portavoce, si tratta di due 19enni: il caporale Nik Beizer e il sergente Ron Sherman.


Chi erano gli ostaggi

Secondo quanto riferito dall’esercito israeliano, i tre ostaggi uccisi per errore sono Yotam Haim, Samer Talalka e Alon Shamriz. Yotam Haim era stato rapito dal kibbutz di Kfar Aza durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Aveva 28 anni ed era un batterista di una gruppo heavy metal, i Persephore. Samer Fouad Talalka è stato rapito lo stesso giorno dal kibbutz di Nir Am. Aveva 22 anni e quando i miliziani di Hamas sono entrati nella comunità era al lavoro in una fattoria. Il terzo ostaggio ucciso è Alon Shamriz, 26 anni, anche lui residente nel kibbutz di Kfar Aza e rapito il 7 ottobre. Era uno studente di ingegneria informatica.


Al Jazeera: «Ucciso un nostro giornalista»

Intanto l’emittente panaraba Al Jazeera ha annunciato che il giornalista Samer Abudaqa è morto mentre seguiva un attacco israeliano a una scuola di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Abudaqa stava coprendo l’offensiva dell’esercito dello Stato Ebraico insieme al capo dell’ufficio Wael Dahdouh, che è stato colpito da una scheggia al braccio ed è riuscito a raggiungere l’ospedale Nasser, dove è stato curato per ferite lievi. Abudaqa, invece, è rimasto intrappolato nella scuola per ore, perché i paramedici non sono riusciti a raggiungerlo a causa del fuoco israeliano, spiega Al Jazeera. Dal 7 ottobre all’8 dicembre, secondo le stime del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), nella Striscia di Gaza e nelle zone al confine tra Israele e Libano sono stati uccisi in totale 63 giornalisti e lavoratori del settore dei media. Di questi, 56 erano palestinesi, 4 israeliani e 3 libanesi.

Foto di copertina: EPA/Mohammed Saber | Bombardamenti aerei israeliani sulla città di Dei Al Balah, nel sud della Striscia di Gaza (14 dicembre 2023)

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