Ryanair spicca il volo (in Borsa) con l’addio al low cost. E ora per l’Ad O’Leary pronto un bonus record da 100 milioni di euro

Crescita impetuosa per il titolo della compagnia irlandese grazie a aumenti di tariffe e boom dei viaggi dopo la pandemia. E il Ceo «vede» il maxi-premio

C’era una volta la «regina delle low-cost». Ryanair è ormai la seconda compagnia aerea per capitalizzazione di mercato al mondo, dietro solo al colosso Usa Delta. E nel 2023 ha visto il valore delle sue azioni letteralmente volare, sulla spinta della forte ripresa del turismo e di una strategia di prezzi crescenti per capitalizzare quella voglia dei viaggiatori di «riprendersi ciò che era stato loro tolto» negli anni della pandemia. Venerdì il titolo di Ryanair ha chiuso a un passo da quota 19€ per azione (18,99, quasi una rievocazione delle celebri promozioni della compagnia irlandese). Di gran lunga il suo massimo storico, ma soprattutto un valore che avvicina un traguardo ghiotto per il suo vulcanico Ad. Michael O’Leary potrebbe in effetti presto incassare un premio per i profitti record dell’azienda da 100 milioni di euro, portando a casa uno dei bonus più ricchi nella storia delle aziende europee. Il come e perché lo ha spiegato il Financial Times. Un piano d’incentivi concordato tra O’Leary e l’azienda nel 2019 prevede la possibilità per l’Ad di guadagnare opzioni per un valore di quasi 100 milioni in due casi: se il prezzo delle azioni della compagnia raggiunge quota 21 euro e vi si mantiene per almeno 28 giorni, o se la società arriva a incassare 2,2 miliardi di euro di profitti annuali al netto delle imposte. E ora il primo dei due scenari sembra davvero a portata di mano.


Mano vincente

La crescita impetuosa del titolo in Borsa non sembra infatti destinata a fermarsi, secondo le attese degli analisti, che prevedono un prezzo medio nei prossimi mesi addirittura di 24€ per azione. Presto dunque O’Leary potrebbe passare all’incasso. Tecnicamente l’accordo gli consente di esercitare le opzioni per acquistare 10 milioni di azioni a 11,12 euro l’una. Tradotto, significa che appena la condizione finanziaria sarà stata soddisfatta l’Ad irlandese potrebbe comprare rastrellare azioni del valore di 210 milioni di euro pagandone poco più di 110: ecco come spunterebbe il guadagno secco di quasi 100 milioni (98,8, per l’esattezza). O’Leary, che ha preso le redini di Ryanair nel 1994 e ha costruito l’impero del low-cost, possiede già oggi il 3,9% dell’azienda, per un valore di mercato di oltre 900 milioni. Appena quattro anni fa, quando fu concluso l’accordo d’incentivi, il valore delle azioni era sotto i 13€.


Crescita inarrestabile (forse)

A contribuire al boom del titolo sono stati anche i conti semestrali presentati a inizio novembre dall’azienda: 2,18 miliardi di profitti, +59% rispetto all’anno precedente, e oltre 100 milioni di passeggeri trasportati sui suoi aerei, +11%. Ryanair ha anche annunciato di prevedere perdite «modeste» quest’inverno, stagione bassa in cui tradizionalmente le compagnie aeree faticano a fare ricavi. Il «trucco» sta nel graduale cambiamento del modello di business, con un aumento medio dei biglietti del 24% nell’ultimo semestre chiuso che ha portato la tariffa media per tratta a 58€. Sempre più lontani i tempi delle incredibile offerte di voli a pochi euro, a meno di clamorosi ripensamenti. «Se non facciamo qualcosa di stupido, cosa che accade spesso in questo settore, continueremo a spazzare via concorrenti in Europa», aveva detto sprezzante qualche mese fa O’Leary sempre all’Ft. Anche se gli analisti di settore di Barclays avvertono che Ryanair, come tutte le altre compagnie aeree, corre il rischio di veder la sua crescita arrestata da eventi esterni, in particolare «interventi normativi, in particolare relativi alle politiche ambientali, ma anche a protezione dei consumatori».

Foto di copertina: L’Ad di Ryanair Michael O’Leary in conferenza stampa a Roma – 12 settembre 2023 (Ansa / Maurizio Brambatti).

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