La replica di Libero alle critiche per l’«uomo dell’anno» a Giorgia Meloni. «Non ricordate il manifesto politico con Emma Bonino del 1999?»

Il direttore Mario Sechi difende la copertina lanciata ieri con la premier. «Sinistra priva di senso dell’ironia e completamente smemorata»

«Indro Montanelli diceva che i comunisti non sanno ridere, aveva ragione, abbiamo una sinistra priva di senso dell’ironia e completamente smemorata. Il problema è che non sanno neppure leggere gli articoli e gli allocchi abbondano». Così il direttore di Libero Mario Sechi difende la copertina del suo quotidiano, lanciata ieri con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni come «uomo dell’anno».


Il manifesto con Emma Bonino

L’ex portavoce della premier, oggi a capo del quotidiano, ricorda un manifesto politico con Emma Bonino del 1999. Anche lì la scritta «finalmente l’uomo giusto». «Correva l’anno 1999, Emma Bonino si candidò alla Presidenza della Repubblica, sarebbe stata la prima donna al Quirinale. I creativi dell’epoca inventarono questo slogan: “Finalmente l’uomo giusto” (…) la campagna fu un successo e Marco Pannella (uno che aveva fiuto e sapeva sorridere di fronte alle battute, perché le capiva e soprattutto le coniava), vi saltò sopra come un leopardo per centrare uno strepitoso 8,5% alle elezioni europee, miglior
risultato di sempre dei radicali». Alla fine al Quirinale ci andò Carlo Azeglio Ciampi ma il manifesto lanciato dalla agenzia Dolci raccolse molte simpatie. Ora Bonino viene citata nell’editoriale di Sechi, chissà se replicherà. «Dal “Finalmente l’uomo giusto” di Bonino nel 1999 a “uomo dell’anno” di Libero del 2023 sono trascorsi 24 anni, tutto questo tempo per noi non è passato invano: abbiamo avuto la conferma
che la sinistra ha l’orologio più che fermo, va indietro», scrive il direttore Sechi.


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