La proposta di Ignazio La Russa sul premierato: «Lasciamo tre senatori a vita»

Il presidente del Senato e la riforma: felice che non esisteranno più maggioranze incerte

Sulla riforma del premierato il presidente del Senato Ignazio La Russa dice che l’abolizione dei senatori a vita non lo convince. Così come non gli piace l’idea del “premier di scorta” nominato dalla stessa maggioranza in caso di caduta del primo. Mentre è felice del fatto che con la riforma non esisteranno più maggioranze incerte. Anche se la riforma è «qualcosa di meno» rispetto al presidenzialismo, le buone mediazioni «hanno il pregio di non accontentare e non scontentare nessuno». Il risultato sarà quello di una riforma «volutamente minimale. L’obiettivo che il centrodestra si pone è quello di evitare l’instabilità governativa, perché serve una durata dei governi più lunga, di legislatura; l’altro obiettivo è il rispetto della volontà popolare che spesso è mancato in questi anni. Solo 5 articoli, niente di più».


Il presidente della Repubblica

La Russa parla oggi in un’intervista a La Stampa. Nel colloquio con Federico Capurso dice che delle prerogative del presidente della Repubblica «Vengono ridotte solo quelle che, per prassi e non per la Costituzione, il Capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari. Di fatto quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il Capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al Capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo».


Le maggioranze non più incerte

La Russa apprezza però che con il premierato non esisteranno più maggioranze incerte: «Sarà il popolo che decide il premier. E qualora mancasse una maggioranza si tornerebbe a votare. Nessuna riduzione di potere del Presidente, dunque, nemmeno di quelli acquisiti per prassi. Ma solo il venir meno, grazie alla riforma ora proposta, della necessità di riparare urgenze politiche dovute alla mancanza di maggioranza chiara». Mentre sulla nomina da parte del Quirinale dei senatori a vita, dice che si tratta dell’unico vero limite rispetto ai poteri odierni del presidente della Repubblica: «Ma la necessità nasce dalla riduzione dei parlamentari. Più piccolo è il Parlamento, più pesano i senatori a vita. Avevo fatto una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui prevedevo che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo. Se ci fosse quindi un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo. Anche per coerenza con me stesso».

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