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«Batti il tempo», un diario musicale per la Gen Z da Miles Davis ai Beach Boys

08 Gennaio 2024 - 12:27 Massimo Ferraro
L'ultimo libro del giornalista e conduttore radiofonico Stefano Mannucci è un viaggio nella storia attraverso i protagonisti della musica in Europa e negli Stati Uniti negli anni Sessanta e Settanta

Aneddoti, incontri sconosciuti, svolte impreviste, affascinanti sliding doors. Con «Batti il tempo» Stefano Mannucci ha confezionato un diario intimo e personale in cui ogni pagina svela un aspetto unico e inatteso di alcune degli artisti più importanti degli anni Sessanta e Settanta. Protagonista è la musica, la lente d’ingrandimento attraverso la quale il Doctor Mann del canale rock Radiofreccia scandaglia le pieghe della Storia, rivelando episodi appassionanti e intrecci tra cronaca e leggenda che si fondono nella trama del tessuto culturale e sociale di quell’epoca. C’è il razzismo manifesto che urla e sbraita contro l’amore di Miles Davis e Juliette Greco, c’è il dolore di Johnny Cash che lo spinge al fianco degli ultimi e contro la guerra in Vietnam, ci sono i discorsi del predicatore Martin Luther King che fanno da sfondo ai tormenti di Aretha Franklin, la follia di Charles Manson al ritmo dei Beach Boys. C’è la Storia e ci sono le Storie, quelle piccole ma vissute dai giganti del tempo. L’autore esplora non solo la musica, ma anche le dinamiche personali delle rockstar, mostrando rapporti d’amicizia, scappatelle amorose, e la condivisione di eccessi come alcool e droga. Le fotografie inserite nel libro aggiungono un tocco di autenticità, catturando momenti significativi tra le star, come il delirante duetto tra Jim Morrison e Jimi Hendrix o John Lennon e Mick Jagger che girano in taxi per Londra.

La dedica alla Gen Z

«Biografie mozze, ritratti incompiuti di individui famosi e non, messi in mezzo dalla sorte, dal talento, dagli eventi, catapultati dentro stagioni catartiche in cui, il più delle volte senza rendersene conto, potrebbero aver tentato di fronteggiare la Bestia, offrendole qualcosa di interessante», spiega Mannucci nella Intro, dichiarando anche l’intento del suo libro – il terzo, dopo Il suono del secolo e L’Italia suonata. Batti il tempo è un diario dedicato alla Generazione Z, i figli nati dopo il crollo delle Torri Gemelle l’11 settembre 2001, affinché possano navigare negli anni Sessanta e Settanta vissuti in Europa e negli Stati Uniti. Con la musica a far da guida. «Cresciuti un tempo disumanizzato che li ha pian piano convinti a isolarsi per rintanarsi dentro stanzette che sembravano contenere tutto il necessario», sottolinea l’autore, ma senza toni moralistici, «unendo con umiltà alcuni tasselli». Mannucci, critico musicale e conduttore radiofonico di lungo corso, accompagna il lettore con racconti caldi e vividi, coinvolgenti perché sembrano ricordi emersi da un passato familiare. Così i tormenti di Tim e Jeff Buckley, padre e figlio, i sogni lucidi di Syd Barrett e dei Pink Floyd, i tentativi di Janis Joplin di sedurre Bruce Springsteen o le ambizioni di Frank Zappa alla Casa Bianca sono storie di famiglia che il parente più grande dissotterra e tramanda ai nipoti, affinché possano afferrare grandezza e debolezze dei loro vecchi.

Il significato del titolo

«Batti il tempo non è solo un libro musicale ma è un giro largo nella storia degli anni per capire come in qualche modo i destini di chiunque, che fossero artisti o giovani sconosciuti, persone sottoposte alla grande pressione che i tempi imponevano loro dovevano sopportare per cercare di creare qualcosa di attivo nelle loro esistenza», spiega Mannucci nello speciale di Radiofreccia. «Batti il tempo significa: cerca di percepire il ritmo della tua era, cerca di inventare una musica che resterà nel futuro non soltanto come suggello di ciò che è stato ma anche per raccontarti come puoi sempre andare oltre», prosegue l’autore, «battere il tempo significa correre più veloce degli agguati stessi della storia, andare più veloce affinché questa Belva non ti azzanni alle caviglie. Ne abbiamo un esempio anche negli eventi tragici di questi giorni».

La copertina del libro Batti il tempo di Stefano Mannucci

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